Pisa, 30 dicembre 2024 – Un successo da stropicciarsi gli occhi. Sarebbe facile rispolverare l’inflazionatissimo “Fuga per la vittoria” per titolare il capolavoro compiuto del Pisa a Genova, ora con cinque punti di vantaggio sullo Spezia terzo e con 13 lunghezze sulla quarta in classifica, la Cremonese. Forse però la battuta che può mettere d’accordo tutti arriva da un altro capolavoro, stavolta del cinema italiano. “Il meno è fatto” direbbe probabilmente Adriano Celentano nei panni del Burbero.
Per i più pessimisti, perché in pochi, dopo l’epilogo della scorsa stagione, avrebbero pensato di raggiungere già a dicembre la quota di 43 punti per la salvezza, ma anche per i più ottimisti, perché ora viene il bello. Noi ci schieriamo con gli ottimisti, perché gli irriducibili di Inzaghi vanno alla pausa invernale nelle migliori condizioni possibili per guardare, insieme con il Sassuolo, tutte dall’alto in basso. Diciamoci la verità però, se ci avessero detto 15 anni fa che il Pisa si sarebbe giocato la Serie A vincendo a Genova con oltre 20 punti di vantaggio sulla Sampdoria, gli avremmo tutti riso in faccia. Questa però è la squadra dei record, la squadra della gente, un gruppo umile che non ha paura di rinunciare al possesso palla e a volte si lascia attaccare solo per colpire meglio la sua preda, con intelligenza e sacrificio. Dopo il successo con la capolista Sassuolo c’era il rischio di un contraccolpo da “pancia piena”, specie in questo periodo di bagordi per le festività.
Invece la sfida del Ferraris è una gara bella da vedere e interpretata con grande concentrazione. Lo si capisce subito dai ritmi elevatissimi dimostrati fin dalle prime battute. La squadra di Inzaghi cerca di colpire tre volte nel primo tempo. In apertura con un tiro alto di Angori, poi si divora il gol con Bonfanti da due passi al 4’ e al 17’ con Touré, la cui porta viene chiusa da Ghidotti. La Samp, che vuole riscattarsi dopo nove gare senza vittorie, inizia così così, ma prende coraggio e sfiora due volte il vantaggio con Tutino al 6’ e con Coda al 43’. In mezzo c’è anche uno dei duelli che hanno caratterizzato il match, quello tra Touré e Akinsanmiro.
Dopo l’intervallo un giallo di Hojholt impone la “Legge di Inzaghi” e si rientra spogliatoi sostituendo il danese con Piccinini. Nel secondo tempo i nerazzurri subiscono tanto le sfuriate dei doriani. Bonfanti esce dopo essere stato messo in grave difficoltà, ma la difesa regge con gli ingressi di Beruatto e Rus. Nel momento più difficile, al 70’, arriva la rete che decide il match. Touré ruba palla, Moreo serve d’esterno destro nel corridoio Tramoni e il francese, in ombra per larga parte della gara, si conferma uomo d’oro. Poi è solo resilienza fino al 95’ e tanta gioia. Il capolavoro è servito.
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