REDAZIONE PISTOIA

Abusi su una bambina. Settantenne sotto accusa

In aula interviene lo psicologo della difesa: "Difficile accertare la verità" . Nel mirino le modalità con cui la vicenda è emersa. Tutti gli sviluppi .

Le indagini dei carabinieri sulla vicenda erano state dirette dal pm Giuseppe Grieco

Le indagini dei carabinieri sulla vicenda erano state dirette dal pm Giuseppe Grieco

Troppi errori commessi da chi per primo ha raccolto il racconto della bambina hanno viziato irrimediabilmente la genuinità dei ricordi e reso inattendibile la ricostruzione fatta dalla piccola. È questa la tesi che giovedì mattina, Dino Mazzei, psicologo giuridico all’Università di Roma, ha sostenuto. Il dottor Mazzei, consulente incaricato dagli avvocati Gian Luca Lomi e Francesco Barontini del foro di Pistoia, difensori dell’imputato, è stato chiamato a testimoniare nel processo che vede sotto processo un uomo di 72 anni, accusato di violenza aggravata su una minorenne. ll legale di parte civile è l’avvocato Paola Innocenti, che rappresenta la minore. I fatti risalgono al 2022, quando la piccola aveva sei anni. Episodi però che si sarebbero ripetuti nel tempo, fino al momento della confessione fatta dalla bambina ai suoi genitori. Un racconto che la famiglia ha ritenuto di affidare al vaglio di psicologi ed esperti, prima di sporgere denuncia ai carabinieri, che hanno poi avviato le indagini, sotto la direzione del sostituto procuratore Giuseppe Grieco. Secondo quanto ricostruito in questa vicenda, gli abusi si sarebbero consumati quando l’uomo si trovava ospite della famiglia della bimba. La madre ha spiegato che la piccola avrebbe riferito di essere stata toccata nelle parti intime. Un racconto che, evidentemente, ha gettato i genitori nel massimo sconforto, nel momento in cui hanno avuto la consapevolezza che gli abusi sarebbero avvenuti da parte di una persona ritenuta, fino a quel momento, fidata.

L’altra mattina, davanti al collegio presieduto dal giudice Stefano Billet, è stato ascoltato il consulente incaricato della difesa, che ha elencato quelli che, a suo avviso, sarebbero stati gli errori commessi nel primo ascolto della piccola. Sarebbe stata la psicologa della madre della bambina a suggerirle di incaricare la nonna della bimba di farle una sorta di interrogatorio. I fatti così ricostruiti sarebbero stati esposti dalla stessa famiglia alla presenza della piccola, così da suggestionarla e indurla a rappresentarsi una vicenda che, a questo punto, è difficile accertare se sia mai avvenuta.

La piccola, secondo la ricostruzione del consulente, avrebbe assistito al pianto della madre e alla ricostruzione da lei fatta della vicenda. Il primo ascolto della bambina sarebbe stato fatto alla presenza del luogotenente dei carabinieri, e, secondo la difesa, usando tecniche suggestive e comunque assolutamente non conformi ai protocolli sull’ascolto del minore, rendendo la prima audizione formale irrimediabilmente viziata. L’altra mattina è stata chiamata a testimoniare anche la psicologa della madre della minore, che tuttavia si è avvalsa della facoltà di non rispondere, richiamandosi al dovere del segreto professionale. La prossima udienza si terrà a febbraio, ed è prevista la discussione.

M.V.