Continua a far discutere l’obbligo di accatastamento di caminetti, stufe e caldaie a biomasse, previsto da una delibera regionale del marzo scorso e, dal primo ottobre, oggetto di possibili controlli. I cittadini possono mettersi in regola gratuitamente tramite la pagina web del Siert con un procedimento rapido e intuitivo, ma le polemiche su tempi e modalità che hanno caratterizzato il provvedimento non mancano. "Non c’è stata comunicazione – tuona Alessandro Capecchi, consigliere regionale di Fratelli d’Italia – eppure chi non si adeguerà alla normativa rischia di incorrere in sanzioni. Tra l’altro l’ultimo bando regionale per sostituire i vecchi impianti è stato un fallimento, perché la soglia massima di Isee per ottenere i contributi era troppo bassa. La Regione dovrebbe valutare la possibilità di prorogare la scadenza entro cui fare la registrazione senza incorrere in sanzioni – attacca – in questi primi giorni gli uffici comunali sono subissati di telefonate di chiarimento, la quasi totalità dei cittadini è caduta dalle nuvole. Stiamo dunque predisponendo un atto di indirizzo per rivedere questo sistema e spiegare meglio le necessità che stanno dietro all’accatastamento. Purtroppo la Regione è in ritardo – conclude Capecchi –: ormai da anni sappiamo che le pm10, principali inquinanti dell’atmosfera, sono prodotte soprattutto da traffico, riscaldamenti e industria; è quindi opportuno prevedere questo tipo di registrazione".
Ancor più duro l’intervento di Luciana Bartolini: "Da mesi stiamo osteggiando questa norma riguardante camini e stufe – afferma la consigliera regionale della Lega – nonostante pareri contrari e rilievi vari, l’assessore Monni è andata avanti imperterrita. E adesso, oltre al naturale disorientamento dei cittadini, gli amministratori saranno chiamati ad entrare nelle case delle persone per verificare i camini ed eventuali altre fonti di riscaldamento, comminando multe fino a 3000 mila euro. Se la nostra qualità dell’aria è complessivamente pessima lo si deve principalmente all’immobilismo di una politica sul delicato tema delle pm10 – evidenzia – non è certamente facendo diventare i sindaci degli ’sceriffi’ che si riuscirà a fronteggiare adeguatamente l’atavica criticità ambientale. Tra l’altro – conclude Bartolini – ricordo che i camini contribuiscono ad inquinare solo molto parzialmente".