REDAZIONE PISTOIA

"Acqua di Agliana non contaminata", dietrofront del laboratorio di Bologna

"Contaminazione del campione in laboratorio" di Piera Salvi

Immagine d’archivio

Pistoia, 30 aprile 2015 - Il laboratorio Lebsc di Bologna rettifica i risultati delle analisi sui Pcb, effettuate sul campione di acqua prelevata dal fontanello pubblico del parco Pertini ad Agliana il 26 febbraio scorso. Le prime analisi avevano rilevato un’alta concentrazione di policlorobifenili (Pcb). Ora, in una comunicazione inviata alla sede fiorentina di Arpat, al Comune di Agliana e al comitato «Acqua bene comune», allegando i tracciati, il laboratorio informa che ripetendo le analisi i risultati rivelano la presenza di Pcb in quantità inferiore al limite di rilevabilità. Il laboratorio spiega così i differenti risultati ottenuti.

«Facendo seguito ai contatti intercorsi negli ultimi giorni con Arpat – si legge nella comunicazione – , è stato possibile appurare che durante il processamento di un’aliquota del campione in data 26 febbraio 2015 si è verificata una contaminazione della stessa in laboratorio. Più precisamente, seguendo gli importanti suggerimenti di Arpat, si è riprocessato il campione ripetendo ogni singola fase del metodo seguito, utilizzando materiale di consumo nuovo. Riteniamo che si sia verificato quindi uno scambio di siringa di iniezione Gc/Ms tra lo standard e il campione. Di conseguenza , l’analisi ripetuta ha prodotto risultati differenti che rivelano la presenza di Pcb in quantità inferiore al limite di rilevabilità. Per quel che riguarda la potabilità, precisiamo che non abbiamo svolto alcuna indagine analitica sulla base della legislazione per l’acqua destinata al consumo umano, essendo questo argomento di competenza degli organi preposti. Ci rincresce molto per l’involontario inconveniente accaduto, del quale ci scusiamo».

In seguito a questa comunicazione, ricevuta dall’amministrazione comunale di Agliana il 28 aprile, il sindaco Giacomo Mangoni commenta: «Il laboratorio Lesbc conferma i dati ottenuti dalle analisi svolte da Arpat e Asl. Questa dovuta precisazione, per quanto tardiva, converge con quanto sempre affermato da tutti gli enti preposti: non esiste un problema amianto, né diossine, né Pcb nell’acqua del nostro comune. La salubrità è sempre stata garantita. L’acqua è sempre stata potabile: sono tre mesi, quindi, che stiamo discutendo di un problema inesistente. Appare pertanto evidente che un atteggiamento più responsabile nell’affrontare la questione avrebbe evitato fin da subito allarmismi diffusi, sprechi per la pubblica amministrazione e danni al sistema economico locale. Il mio auspicio è dunque che atteggiamenti futuri siano basati su un maggior senso di responsabilità e serietà, dal momento che l’amministrazione pubblica rimane il soggetto più autorevole a garanzia della salute dei cittadini».