Serravalle (Pistoia), 21 ottobre 2021 - A maggio scorso, un controllo da parte dell’Asl sulla potabilità dell’acqua grezza del pozzo di Masotti aveva fatto emergere la presenza di inquinanti (tetracloroetilene e tricloroetilene) nei prelievi effettuati. Publiacqua aveva spiegato che gli inquinanti sarebbero presenti da tempo ma solo nelle acque grezze, acque che poi vengono filtrate da un sistema di carboni attivi introdotto dal gestore Publiacqua, per ovviare al problema, sin dal 2002. Ora il sindaco di Serravalle, Piero Lunardi ha emesso un’ordinanza rivolta a tutti i proprietari di pozzi realizzati nell’area ricadente nella zona delimitata a sud/ovest dal pozzo Masotti e a nord/est dalla ditta Co.Ro.Met e compresa tra il torrente Stella a nord e il tracciato ferroviario a sud, di non utilizzarne l’acqua per uso animale e umano (bere, preparare cibi, lavare stoviglie e panni, lavarsi), se non prima di aver verificato analiticamente l’assenza di tetracoloetilene (PCE) ed aver provveduto al loro monitoraggio. Le analisi ed i monitoraggi eseguiti dovranno essere trasmessi per opportuna conoscenza al Dipartimento Arpat di Pistoia, al Dipartimento Prevenzione dell’Azienda USL Toscana Centro e all’U.O. Ambiente del Comune. Il sindaco sollecita Publiacqua a valutare soluzioni alternative per la fornitura di acqua potabile da erogare ai residenti di Masotti, così da permettere la dismissione del pozzo Masotti.
L’ordinanza arriva in seguito alla riunione, convocata dal Prefetto di Pistoia, svoltasi alla presenza del sindaco Lunardi, i rappresentanti della Regione Toscana – Direzione Tutela Ambientale e il personale di Asl Toscana Centro, Arpat, Publiacqua e Autorità Idrica Toscana, in merito alla salubrità dell’acqua attinta dal pozzo di Masotti. Nell’incontro, sono stati esaminati i dati emersi a seguito dell’attività di vigilanza dell’Asl, sulla scorta dei quali i tecnici di Publiacqua hanno illustrato la tipologia di trattamento di filtraggio e di disinfezione cui è sottoposta l’acqua grezza estratta dal pozzo di Masotti in grado di assicurare la potabilità della stessa prima della sua distribuzione. Ma secondo Arpat, la situazione potrebbe essere anche più estesa. "In base ai dati raccolti nei pochi pozzi individuati – spiega Arpat – non è possibile, ad oggi, determinare con certezza un’area contaminata e conseguentemente individuare la sorgente di contaminazione. Nell’area contaminata sembra comunque ricadere la zona delimitata a sud/ovest dal pozzo Masotti e a nord/est dalla ditta Co.Ro.Met e compresa tra il torrente Stella a nord e il tracciato ferroviario a sud. Non è possibile escludere che la contaminazione si sia diffusa oltre quest’area".