Addio a Comunardo. Pistoia saluta Niccolai. L’uomo dal nome strano con il vizio dell’autogol

Lo stopper è morto stanotte nell’ospedale cittadino all’età di 77 anni. Nel tempo libero dava una mano ai due figli Antonio e Stefano. che gestiscono il frequentatissimo ristorante del Tennis Club Enea Cotti .

Addio a Comunardo. Pistoia saluta Niccolai. L’uomo dal nome strano  con il vizio dell’autogol

Addio a Comunardo. Pistoia saluta Niccolai. L’uomo dal nome strano con il vizio dell’autogol

di Gianluca Barni

PISTOIA

Avrebbe spento 78 candeline il prossimo 15 dicembre, Comunardo Niccolai, spentosi ieri in città e di cui il Cagliari, con cui vinse lo storico scudetto del 1970, ha dato per primo la notizia. Nato a Santa Lucia di Uzzano, classe 1946 appunto, una carriera di calciatore spesa tra Torres, Cagliari, Perugia e Prato, già osservatore per l’Under 21 azzurra dopo aver ricoperto incarichi prestigiosi in seno alla Figc da tecnico e secondo. Da calciatore fu argento ai Mondiali di Messico ’70, quelli di Italia-Germania 4-3. È un nome che è impossibile non conoscere da chi ama il calcio. Merito di quello scudetto conquistato col Cagliari di "Giggirriva" e della definizione, ormai sorpassata (è stato superato nella speciale classifica), di "re degli autogol".

Era sposato con Naida, lascia due figli, Antonio e Stefano. Nel tempo libero dava una mano agli eredi, che dopo aver gestito la pizzeria al Legno Rosso sono al ristorante del Tennis Club Enea Cotti, sempre a Pistoia. Deve il suo curioso nome di battesimo al papà, Lorenzo, che lo chiamò Comunardo in omaggio alla Comune di Parigi. Lo intervistammo pochi anni fa. "Premesso che sono soddisfatto di quel che ho fatto, sono passato alla storia calcistica perché ho segnato autoreti eclatanti. Basti pensare a quelle realizzate nella sfida-scudetto con la Juventus a Torino o a Catanzaro, per la 300a in A di Concetto Lo Bello. Occasioni in cui c’erano tutte le grandi firme del giornalismo, che ci hanno un po’ ricamato". E oggi che si tende a far prevalere il tiro dell’attaccante sulla deviazione in porta del difensore? "Lo trovo sbagliato e ingiusto. Ma tant’è. In queste circostanze, però, vengo sempre interpellato, in qualità di ‘esperto’, dagli operatori dei mass media nazionali".

Giocava come stopper. Iniziò a tirare i primi calci in Toscana, nelle giovanili del Montecatini, dove nel 1962 conquistò il titolo regionale denominato Coppa Menti; era guidato dalla panchina da Silvano Innocenti detto "Pozzo", uno degli allenatori della provincia di Pistoia più conosciuti nel dopoguerra. Con quest’ultimo si trasferì in Sardegna grazie a un accordo tra alcune società isolane (il Sorso e la Torres) e il sodalizio termale.

A Cagliari prese il posto di un altro valente e stimato stopper pistoiese, Raffaello Vescovi da Lamporecchio, otto stagioni con gli isolani, anch’egli amatissimo pur non essendosi aggiudicato lo storico tricolore. L’episodio più celebre e singolare, comunque, non fu un’autorete, ma un tentativo di autogol sfociato in un rigore contro, avvenuto il 13 febbraio 1972 verso la fine della partita Catanzaro - Cagliari, valida per la 18a giornata del campionato di calcio di serie A 1971/72. Al 90’ i sardi erano in vantaggio 2-1 e la squadra calabrese stava tentando, in uno stadio trasformato ormai in una bolgia, l’ultimo assalto per giungere al pareggio. Un difensore rossoblu tolse la sfera a un attaccante locale, che finì a terra in area di rigore, mentre il pallone arrivò a Niccolai che si trovava fuori area. Proprio in quell’istante si udì un fischio dagli spalti. Nel caos generale, Niccolai pensò che il fischio fosse stato emesso dall’arbitro Lo Bello e sanzionasse con il rigore l’azione: stizzito, reagì indirizzando un forte tiro nello specchio della propria porta, conclusione che sarebbe entrata in rete se il libero cagliaritano Mario Brugnera, che si trovava sulla linea, non l’avesse deviata con le mani in tuffo. Il penalty, inevitabile, consentì al Catanzaro di impattare il punteggio. Giocò anche in Nazionale, convocato nel gruppo che disputò i Mondiali di Messico ’70. Per lui 3 presenze.

Una di queste fu la prima partita, nella quale partì da titolare, ma per un infortunio di gioco venne rilevato al 37’ del primo tempo dal milanista Roberto Rosato. È nota una frase che il suo tecnico a Cagliari, Manlio Scopigno, avrebbe detto su di lui per commentarne la presenza alla Coppa del Mondo. "Mi sarei aspettato di tutto dalla vita, ma non di vedere Niccolai in mondovisione".

Una battuta che, però, evidenziava tutta la soddisfazione dell’"allenatore-filosofo" nell’ammirare un altro dei suoi ragazzi farsi onore a livello mondiale. Col Cagliari ha totalizzato oltre 270 presenze con 6 gol all’attivo. È stato apprezzato selezionatore delle giovanili azzurre tenendo a battesimo giocatori che avrebbero scritto la storia della Nazionale, come Gianluigi Buffon e Francesco Totti. Nel 1993-94 ha guidato la Nazionale maggiore femminile.

Tantissimi i messaggi di cordoglio, fra questi c’è anche quello dell’amministrazione comunale di Pistoia che in una nota ricorda che "Pistoia perde un grande difensore, cresciuto nel settore giovanile del Montecatini Calcio, un allenatore, una voce autorevole, uno sportivo che ha fatto la storia del calcio italiano e la cui vita è stata contrassegnata da grandi successi in campo. Memorabile la conquista dello scudetto del Cagliari, con il quale giocò molte stagioni, e la vittoria dell’argento con la maglia azzurra ai mondiale in Messico del 1970, vinti poi dal Brasile. Alla famiglia la vicinanza di tutta l’amministrazione comunale". Il funerale oggi dalle 15.30 alla Chiesanuova.