Addio a Pietro Innocenti, diacono di Valdibrana. "Una vita per gli altri"

La comunità di Pistoia piange la scomparsa di Pietro Innocenti, diacono del Santuario della Madonna delle Grazie di Valdibrana per quasi vent'anni. La figlia Paola lo ricorda con affetto e gratitudine per la sua dedizione alla famiglia e alla comunità.

Grande lutto nella comunità di Pistoia per la morte di Pietro Innocenti, per quasi venti anni diacono del Santuario della Madonna delle Grazie di Valdibrana. Innocenti si è spento dopo una breve malattia all’ospedale di Pistoia, dove era ricoverato da alcune settimane. Aveva 86 anni, sessanta dei quali spesi accanto all’amata moglie Mara. Le esequie sono state celebrate dallo stesso vescovo di Pistoia, monsignor Fausto Tardelli, insieme a monsignor Cesare Tognelli e a padre Pierluigi Biagioni. Una vita dedicata alla sua comunità e alla sua famiglia. E grande è stata la commozione che ha colto chi lo conosceva, ma soprattutto l’amata figlia, l’avvocato Paola Innocenti, che lo ha assistito amorevolmente fino agli ultimi istanti e che ora lo ricorda con un affetto profondissimo.

"Mio padre – spiega l’avvocato Innocenti – è stato fino agli ultimi suoi giorni, dopo la ’chiamata’ ricevuta nella grotta di Lourdes, diacono presso la Curia di Pistoia, prestando con assoluta devozione il proprio servizio a favore del Santuario della Madonna delle Grazie di Valdibrana per oltre diciassette anni".

Fino ai primi anni ’70, Pietro Innocenti, che era perito industriale, ha lavorato come collaudatore di macchine per pastifici per l’azienda Ricciarelli di Pistoia. Un lavoro che lo teneva spesso lontano dalla famiglia, portandolo all’estero, e che ha lasciato per questo dopo la nascita della figlia Paola. "Mio padre, che mi ha sempre adorata, non ha pensato un solo attimo a cambiare lavoro passando dalle stelle alle stalle, reinventandosi completamente, passando attraverso una gavetta non sempre facile per anni fino, grazie alla sua tenacia, competenza ed all’amore per me e la mamma, ad arrivare a rivestire ruoli apicali presso l’ufficio tecnico dell’ospedale del Ceppo della nostra città. Mi manchi tanto, mi manca il dialogare con te. Che dire poi, dell’amore per la mamma: 60 anni di matrimonio e sette di fidanzamento. E che dire dell’amore che hai avuto per mio marito, Giuseppe Castelli, il genero adorato che consideravi come un figlio. Caro babbo, ovunque tu sia ti chiedo di vegliare su di noi. Sono tante le persone amiche a cui vanno i miei ringraziamenti e qui in particolare desidero rammentare tutta la mia famiglia, i miei cognati, i nipoti, e il dottor Paolo Tonini e sua moglie Maria Cristina Teglia, e le mie amiche del cuore Letizia e Martina e mio marito Giuseppe".

M.V.