Addio a Soreni. Colonna di Ugl e dell’Hitachi

L'ex operaio Luigi Soreni di Pistoia è ricordato con affetto e cordoglio dal sindacato Ugl e dai colleghi per la sua personalità amabile e il legame speciale con tutti. La sua scomparsa lascia un vuoto nella comunità.

Addio a Soreni. Colonna di Ugl e dell’Hitachi

L'ex operaio Luigi Soreni di Pistoia è ricordato con affetto e cordoglio dal sindacato Ugl e dai colleghi per la sua personalità amabile e il legame speciale con tutti. La sua scomparsa lascia un vuoto nella comunità.

"Sto ricevendo una marea di messaggi e di telefonate di persone incredule che mi chiedono di Luigi. Penso che basti questo a ’raccontare’ così sia stato per chi lo ha conosciuto. A nome del sindacato, porgiamo le nostre condoglianze alla famiglia". Tiziano Fabbri, sindacalista Ugl, ha così ricordato Luigi Soreni, ex operaio scomparso a 64 anni. Il pensionato, una vita in Breda prima e Hitachi poi, è stato trovato privo di vita dalla consorte: ad essergli fatale, pare, un malore. Aveva iniziato a lavorare sin da giovanissimo, negli anni ‘80, prima di andare in pensione più o meno un paio d’anni fa. Lascia la moglie e una figlia, oltre ai colleghi e agli amici che gli hanno voluto bene in tutti questi anni.

"Per carattere, era impossibile non volergliene. Per il suo modo di essere aveva legato con tutti. Personalmente mi spiace anche perché dopo aver lavorato per tanti anni, se n’è andato quando aveva da poco la possibilità di riposarsi e di avere il tempo per seguire le sue passioni e vedere gli amici – ha aggiunto Fabbri – il rapporto di amicizia va oltre il fatto che fosse un iscritto di lungo corso al sindacato". Soreni era nato a Firenze, ma cresciuto a Pistoia. La salma è esposta da ieri pomeriggio presso le cappelle mortuarie della Misericordia. Il funerale sarà celebrato domattina alle 9 alla chiesa della Misericordia di via del Can Bianco. "Per me, e non solo, la morte di Luigi è un dispiacere enorme – ha concluso Fabbri – in questo momento mi sono tornati in mente gli scherzi, le risate. Luigi era di fatto la ’mascotte’ dell’Hitachi, se così posso dire: portava allegria. Se un giorno non lo vedevamo arrivare a lavoro, c’era sempre qualcuno che si preoccupava e che andava a casa sua cercarlo. E credo che questo aneddoto dica molto".

Giovanni Fiorentino