Una bella vittoria sul campo (73-69) "sporcata" (è proprio il caso di scrivere) da accuse pesanti. Il "giorno dopo" della Pallacanestro Agliana 2000, sponsorizzata Endiasfalti, ha il sapore amaro della polemica. Da Pontedera, infatti, da casa-Juve, sono arrivate accuse di offese razziste rivolte durante la gara da un tesserato neroverde a un giocatore di colore della squadra pisana. Il tutto all’interno di una partita ben giocata dalle due contendenti e svoltasi in un clima sereno (come testimoniato anche dal bollettino ufficiale del Comitato regionale toscano della Federazione Italiana Pallacanestro, che non riporta alcunché dall’una e dall’altra parte). "La Pallacanestro Agliana 2000 vuole precisare quanto realmente accaduto nella giornata di sabato 9 dicembre in occasione della gara tra Juve Pontedera e Endiasfalti Agliana, dopo quanto uscito su alcuni organi di informazione. Ricostruzioni totalmente false – scrivono da casa aglianese in un comunicato stampa –. Prendiamo nuovamente le distanze dalle false accuse di offese razziste che sarebbero state pronunciate in campo, mosse dalla società BNV Juve Pontedera, come testimonia anche il referto arbitrale. Ci teniamo però ad evidenziare e divulgare i fatti accaduti nel post partita. Un tesserato della BNV Juve Pontedera, al termine della gara, ha aspettato i giocatori di Agliana nel tunnel degli spogliatoi per aggredirli e colpirli. Un gesto che, ripetiamo, va contro i valori di questo sport e che ha messo a repentaglio la salute dei giocatori. La società, quindi, si riserva la possibilità di agire per vie legali nei confronti di chi continuerà a diffamarla". E mentre il direttore sportivo di Pontedera, Pierini, parla tra l’altro "di prossimo esposto alla Procura federale", "di un’inchiesta che faccia luce sul caso", "di un nostro giocatore devastato, che intende cessare l’attività", "di buoni rapporti, però, con Agliana", il presidente della Pallacanestro Agliana 2000, Simone Caramelli, mette un punto con efficacia. "Tutti conoscete quello che ha fatto e quello che fa Agliana. Tra le nostre fila, abbiamo un atleta senegalese, fra i nostri ragazzi tanti albanesi e alcuni pakistani. Non mi pare giusto infangare il nostro buon nome. Il razzismo no, non abita qui".
Gianluca Barni