
Un Cormorano che cattura un pesce dei nostri torrenti
Pistoia, 7 marzo 2025 – La proliferazione dell’airone cenerino e del cormorano rappresentano un pericolo sempre più imminente per gli allevamenti e più in generale per la tutela della biodiversità ittica. Un tema d’estrema attualità che il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Alessandro Capecchi, ha presentato in un’interrogazione orale rivolta al presidente della regione Giani e all’assessore Saccardi insieme ai colleghi Vittorio Fantozzi, Gabriele Veneri e Diego Petrucci.
Entrambe le specie non sono cacciabili dal 2009, in seguito ad una direttiva dell’Ue, ma secondo Capecchi la situazione potrebbe rientrare nella casistica per la quale potrebbero essere concesse delle deroghe.

“È necessario tutelare il patrimonio ittico - ha sottolineato il consigliere regionale pistoiese -, il quale è minacciato dalla eccessiva presenza di questi animali selvatici e con esso il mantenimento dell’attuale biodiversità dei territori. Abbiamo chiesto se sia possibile fare un censimento sulla presenza di questi predatori nei nostri territori e una loro mappatura di massima che possa consentire la determinazione delle zone a maggior pressione. Oltre a questo, vorremmo sapere quali iniziative sono previste per il contenimento della proliferazione dell’airone cenerino e del cormorano e come si intenda tutelare il sistema ittico toscano e le aziende ad esso collegate”.
La questione riguarda in prima persona anche i pescatori, come confermato da Roberto Pastorello: “Sia i cormorani che gli aironi cenerini sono diventati presenze stabili nei nostri territori e hanno creato non pochi problemi all’aziende e alla biodiversità ittica – spiega l’appassionato –. Servono politiche di contenimento, non di eliminazione, ma è necessario trovare un equilibrio all’interno dell’ecosistema perché le difficoltà, anche per noi pescatori, sono sotto gli occhi di tutti”.
“I piccoli torrenti e i pesci piccoli vengono presi d’assalto dagli aironi –aggiunge, entrando nei dettagli –, mentre i cormorani amano stare nei pressi di laghi e bacini. E il risultato purtroppo è scontato: diventa sempre più difficile praticare la pesca”.
Gli fa eco anche Saul Marradi, che chiede a gran voce aiuto anche alla Fipsas (Federazione Italiana Pesca Sportiva ed Attività Subacquee, ndr): “Alla Federazione, così come alla Regione Toscana, noi pescatori chiediamo maggiori tutele”, mette in chiaro.
“Uno dei problemi è legato alla mancata immissione di pesce nei corsi d’acqua: paghiamo un contributo annuo, ma da parte della Fipsas c’è troppo immobilismo – afferma l’esperto –. Dovrebbe essere garantita sempre vita nei torrenti, che invece sono spesso privi d’acqua e di fauna ittica. In questo modo si rischia di mettere in difficoltà anche le aziende che lavorano in questo settore – conclude Marradi – oltre agli appassionati i quali hanno comunque diritto di essere ascoltati”.