Le domande sono sempre tante ma negli ultimi anni c’è stato tanto ricambio. "In 5 o 6 anni è come se avessimo fatto almeno due programmi di edilizia economica popolare", come ha detto il dirigente generale del Comune di Monsummano Antonio Pileggi, alla presentazione ieri mattina del bando per la nuova graduatoria per le case popolari. Il merito del risultato andrebbe, secondo quanto emerso ieri mattina con l’assessore al sociale Roberta D’Oto insieme alla segretaria del sindaco Sandra Begliomini e alla funzionaria del settore sociale Fiorenza Paganelli, al rigore nelle verifiche dei requisiti nelle domande presentate e nei controlli sull’assegnazione delle case popolari a Monsummano, che negli ultimi anni ha portato a diversi sfratti.
"Ci sono stati casi di persone che non avevano dichiarato di avere risparmi in banca per 200mila euro, altri che avevano case di proprietà, anche al mare in Sardegna. In quei casi, decadendo i requisiti per ottenere l’alloggio popolare, si è proceduto allo sfratto, al pari di coloro che erano morosi. Alcuni, visti i controlli in atto, hanno preferito rinunciare da soli alla casa e andarsene con dignità, lasciando spazio a chi aveva davvero bisogno". Le case popolari a Monsummano sono in tutto 162, all’ultimo bando d’aggiornamento della graduatoria sono state presentate 112 domande e per questo nuovo potrebbero arrivare a 150 o fino a 170 richieste, per una disponibilità attuale di 7 o 8 alloggi liberi. "Il nuovo bando – spiega l’assessore al sociale Roberta D’Oto – chiude definitivamente l’attuale graduatoria per aprirne una tutta nuova. Raccomando di completare in ogni sua parte nel migliore dei modi e con precisione le domande, per non perdere parte del punteggio spettante". Per fare domanda, tra i requisiti richiesti dal bando c’è l’avere residenza o lavoro principale a Monsummano, avere un reddito tale da non potersi permettere un affitto nel libero mercato e un Isee non superiore a 16.500 euro e non avere proprietà. In particolare per gli stranieri i controlli sono molto rigorosi. "A noi non basta l’autocertificazione di nazionalità – spiega Pileggi – ma vogliamo un’attestazione dal Paese d’origine a meno che non sia un Paese in guerra". Il bando è aperto fino al 30 dicembre e poi ci vorranno circa 120 giorni per la graduatoria provvisoria, altri 60 per la definitiva.
Arianna Fisicaro