GABRIELE ACERBONI
Cronaca

L’impresa di Stefano: salva mamma e bimbo durante la piena e poi rischia la vita

Quarrata, ha tirato fuori mamma e bambino da un’auto travolta dall’acqua e poi la corrente ha portato via la sua vettura. È riuscito ad aprire il finestrino e poi è tornato subito al suo lavoro di coordinatore

Quarrata (Pistoia), 12 novembre 2023 – Non ha pensato minimamente alle conseguenze che lo avrebbero travolto, quando, con altre persone, si è buttato nell’acqua per salvare una donna e un bambino che erano intrappolati nell’auto circondata dall’acqua.

Stefano Meoni, volontario della Misericordia di Quarrata, giovedì sera, nel pieno dell’alluvione, non ha esitato. Perché quello che contava era aiutare quella famiglia in difficoltà. L’acqua saliva sempre di più e aveva quasi raggiunto il finestrino dell’auto. Per la donna, aprire lo sportello per uscire, era ormai impossibile. E poi con il panico, la situazione stava diventando drammatica. Fino al momento in cui Stefano, che coordina il Nucleo soccorso alluvionale della Misericordia, con l’aiuto di altre persone, è riuscito ad aprire lo sportello portando in salvo i due occupanti. Ma per il volontario la storia non si è conclusa lì. Perché di lì a poco gli sarebbe toccato anche salvare se stesso. Una volta rientrato nella sua auto di servizio, l’acqua si è alzata di prepotenza ed è arrivata un’onda che l’ha trascinata via. Calma e sangue freddo, e le nozioni imparate sul campo, hanno aiutato Stefano ad aiutarsi e a salvarsi da solo. E c’è riuscito aprendo un finestrino e uscendo dall’abitacolo, per poi affrontare con difficoltà la corrente. E una volta fuori dall’acqua tornare al lavoro di coordinamento.

“Erano quasi le otto di sera, stavo andando a organizzare il gommone per i salvataggi – è il racconto di Stefano –. Arrivato in via Fiume, una strada vicino alla piazza principale di Quarrata, mentre l’acqua iniziava a salire, ho visto delle persone dentro una macchina chiedere aiuto. Insieme ad altri presenti ci siamo precipitati. Dentro c’erano una donna e un bambino. L’acqua arrivava al finestrino e con non poche difficoltà siamo riusciti ad aprire lo sportello e portare entrambi al sicuro".

È a quel punto che Stefano torna alla sua macchina per cercare di raggiungere la sede operativa: "Ma anch’io ho cominciato a galleggiare e la mia auto, trasportata dalla corrente, sì è scontrata con quella delle persone appena salvate. Si era fermata, ma non riuscivo neanch’io ad aprire lo sportello e sono saltato via dal finestrino. Ho raggiunto a piedi, con molta difficoltà andando controcorrente, il centro operativo dove poi sono rimasto a coordinare i soccorsi". Momenti drammatici che Stefano Meoni rivive con noi: "Era impossibile comunicare, non sapevo dov’erano i miei ragazzi perché anche se avevamo già chiare le disposizioni in caso di emergenza, nei primi momenti dell’alluvione sono saltate tutte le comunicazioni. Ho partecipato a tantissime emergenze, l’ultima con il soccorso acquatico in Emilia, però siamo sempre intervenuti nei momenti successivi al disastro. In piena criticità come in questo caso non mi era mai capitato. È stata un’esperienza molto drammatica. Ma perché, ripeto, è saltato tutto per due ore e mezzo. E nonostante questo i ragazzi hanno fatto molti soccorsi, anche pericolosi: come uno col gommone che la furia dell’acqua ha ribaltato e i soccorritori hanno provveduto subito a rimettere in salvo le persone portandole di nuovo a bordo".

Quest’anno Stefano festeggia trent’anni al servizio degli altri come componente della Misericordia, in un momento per la sua città segnato dal dramma, ma anche dalla felicità di chi, anche grazie alla sua forza di volontà, è riuscito a salvare.