
"Bellissima, intelligentissima. E curiosa della vita. E forte". E sempre lei, con quel sorriso che illuminava ogni cosa come fosse giorno. Per sopportare appena un po’ quel pensiero straziante dell’assenza di Ludovica Bargellini, l’attrice 35enne pistoiese che ha perso la vita in un incidente stradale nella notte tra lunedì e martedì a Roma, città nella quale viveva da anni, l’unica strada da imboccare è quella di ricordarne la bellezza, di quelle "totali", propria solo di chi come lei amava davvero la vita. E non banalità di quelle che la circostanza richiede, ma evidenze di cui chiunque avesse incontrato Ludovica sulla propria strada non poteva non accorgersene. Il fiume in piena di ricordi commossi e increduli non si è ancora arrestato, così come quello proposto dalla Scuola Nazionale di Cinema della Capitale, una delle più prestigiose scuole del genere nel mondo, che Ludovica aveva frequentato nel triennio 2013-2015 in veste di iscritta al corso di costume, primo vero amore che l’aveva poi portata a intraprendere la carriera di attrice: "Ogni giovane allievo si presenta a noi con la sua unicità che impari a conoscere e amare – è il pensiero della docente tutor Giovanna Arena -. Ludovica dà alla parola unicità un significato tutto speciale, un caleidoscopio di talento, di passione, di colori, che una ragazza così giovane dovrebbe ancora far brillare qui, per noi".
Qui Ludovica era arrivata dopo un percorso che l’aveva vista diplomarsi al liceo classico della città, poi l’iscrizione alla facoltà di Architettura a Firenze e il passaggio al Polimoda con laurea in fashion design. Una formazione costante con corsi di dizione e recitazione portati avanti parallelamente alle riprese di film (con la più nota partecipazione a The Young Pope di Sorrentino), cortometraggi e pubblicità, sempre sostenuta con dolcezza dalla sua famiglia che non ha smesso mai di incoraggiarla. "Oggi sono qui con un dolore grande – ha scritto il regista Francesco Bonelli che per ultimo l’ha diretta nel film ‘Non baciarmi’ –. La tua bellezza era per me come una Spina, così ti chiamavo. Il tuo coraggio. Il fatto che non ti spaventava mai il lavoro. Chi ci porta un sorriso come il tuo in questa vita?". Incontri a volte fugaci quelli che si fanno sul set, ma che in alcuni casi sono sufficienti a spalancare un mondo: "Ci incontrammo durante le riprese per un giorno, forse neppure due – ricorda il regista Francesco Falaschi che in ‘Quanto basta’, 2017, affidò una piccola parte a Ludovica -. Eppure professionalmente fu capace anche solo così di colpirci. Una ragazza intellettualmente veloce, rapida a entrare in empatia, che aveva quella capacità che certi attori hanno di rendere grande anche un ruolo piccolo. Fu una sorta di apparizione che ci incantò. Mi sento davvero molto vicino ai genitori e agli amici in questo triste momento". Una vicinanza che nel pomeriggio di ieri ha espresso anche il presidente della Regione Eugenio Giani: "Alla sua famiglia l’abbraccio della Toscana".
linda meoni