Anche i dirigenti si arrendono: "Ingestibile"

Il club manager e il direttore generale hanno provato a tenere in piedi la baracca. Nencioni: "Omissioni e vane promesse"

Anche i dirigenti si arrendono: "Ingestibile"

Anche i dirigenti si arrendono: "Ingestibile"

PISTOIA

È bomba libera tutti. La situazione è talmente grave che i giocatori, anche coloro che hanno provato a resistere per amor proprio e per rispetto dei tifosi, sono costretti ad arrendersi. Man mano che passano i giorni emergono nuovi dettagli su una gestione, quella della proprietà e della presidenza, a dir poco approssimativa e poco chiara. Si scopre, ora, che anche al management venivano omessi ’dettagli’ importanti, necessari alla gestione quotidiana della squadra. Restano in società i dipendenti e i dirigenti e lo fanno – anche essi senza stipendi – per cercare di traghettare la società a migliori fortune. Gestire il presidente è ormai diventato impossibile, tanto che si scoprono via via una lunga serie di comunicazioni omesse ai manager stessi. Fra queste, ci sono le fatture non pagate al Comune per l’utilizzo dei campi di allenamento. Per questo, la squadra lunedì scorso ha trovato i cancelli chiusi. I giocatori, nonostante tutto, si sarebbero allenati. è stato così che i dirigenti hanno scoperto delle fatture non pagate. Così, anche chi, come il direttore generale Raffaele Auriemma e il club manager Stefano Nencioni, ha sempre provato a tenere la barra dritta, a rispettare le normative e a garantire che il girone D potesse svolgersi regolarmente, si arrende..

"Ho accettato di dare il mio contributo nella Pistoiese in termini di sicurezza, rispetto delle normative, gestione dei rapporti con le forze dell’ordine e con le istituzioni, perché mi era stato prospettato un progetto ambizioso: il passaggio alla serie superiore – si legge in una nota firmata dal colonnello Nencioni, che poca voglia ha di finire nel calderone e intaccare una bella carriera nell’Arma– . Mi erano state assicurate le risorse tecniche (allenatore, direttore sportivo e giocatori) ed economiche (1,5 milione di euro dalle sponsorizzazioni). Sulla base delle informazioni che la proprietà ha trasmesso al management abbiamo cercato di mantenere corretti rapporti con le Istituzioni (sindaco, questura, prefettura, forze dell’ordine) che ringrazio per l’enorme disponibilità e la correttezza dimostrate, e, tramite i giornalisti, con la cittadinanza e la tifoseria".

Ma per molto tempo la proprietà ha nascosto "anche a noi dirigenti le difficoltà economiche che attraversava, posticipando il pagamento delle varie spettanze (nessuno dei dirigenti e quasi nessuno dei dipendenti ha percepito alcun emolumento) con continue e diversificate giustificazioni o affermando di aver eseguito pagamenti poi non riscontrati. E’ un po’ ciò che è successo nel luglio scorso, ma in quel caso, siamo riusciti con metodi decisi a convincere la presidenza a saldare i debiti arretrati con il Comune, necessari per utilizzare i campi, lo stadio e per iscriversi al campionato. "Con il passare dei mesi – prosegue Nencioni – sono venute meno le sponsorizzazioni promesse e le problematiche gestionali della proprietà si sono espresse, oltre che con le mancate necessarie informazioni ai dirigenti rimasti, anche con interventi diretti (comunicati stampa, interviste, allontanamento del Ds e altro) mai concordati né con me, né con il direttore generale".

E allora, perché dirigenti e dipendenti sono ancora lì? "Per quello spirito di correttezza e lealtà che ci anima. Il nostro compito – prosegue – è cercare di far rispettare leggi e regolamenti federali per assicurare il regolare svolgimento del campionato, di garantire, supportando le forze dell’ordine, la sicurezza nello svolgimento delle competizioni, l’assistenza tecnica e familiare ai giocatori, permettendo loro di tesserarsi, trasferirsi, rescindere il contratto etc. Non avremmo mai pensato che la squadra, che ha dimostrato grandi capacità e spirito combattivo giungendo, nelle mille difficoltà oramai note a tutti, ai vertici della classifica, sarebbe andata incontro ad un ormai inevitabile fallimento sportivo, adesso possiamo solo lavorare, ancora gratuitamente, per evitare quello economico, che comporterebbe una ancor più pesante umiliazione per una città che non merita questa ulteriore sofferenza".