Pistoia, 2 novembre 2023 – Nel giorno di Ognissanti, anche il cuore di Anna si è fermato, esattamente un mese dopo la morte dell’adorato marito, l’artista Andrea Dami. Un mese di dolore in cui, ogni tanto, si affacciavano tenui bagliori di speranza. Ma le ferite che Anna Venturi aveva riportato la sera di sabato 30 settembre, quando l’auto di Andrea si schiantò contro un muro a Ponte di Serravalle, lungo la via Terza, erano molto gravi. Lui, che aveva 74 anni, morì poco dopo, all’ospedale San Jacopo, lei, che sedeva al suo fianco, non è mai uscita dalla rianimazione. Negli ultimi giorni le sue condizioni si erano ulteriormente aggravate, nonostante gli strenui tentativi dei medici di salvarle la vita. Nel primo pomeriggio di ieri se n’è andata.
Anna era nata il 27 gennaio del 1949 a Castiglione d’Orcia, in provincia di Siena. Aveva insegnato lettere nelle scuole medie di Monsummano, dove aveva conosciuto Andrea, anche lui insegnante, di educazione artistica, e da dove era iniziato il loro cammino insieme, sempre fianco a fianco, giorno dopo giorno. E’ di Marco Leporatti, tra gli amici che hanno condiviso tanti momenti belli accanto ad Anna e Andrea, il toccante ricordo di lei che offriamo ai nostri lettori.
"Anna era una donna sempre in fermento e sempre pronta a intraprendere nuove attività culturali. Una delle ultime volte in cui ci siamo visti era per mettere a punto le iniziative in vista dei seicento anni della fondazione della Biblioteca Forteguerriana, lei, così come Andrea, era parte molto attiva dell’associazione degli “Amici“. Conoscevo Anna e Andrea da trent’anni almeno, ero affezionatissimo a entrambi. Due persone dall’animo leggero, gentili. Due anime in un nocciolo, è vero, eppure io li sapevo scindere. Era lo stare insieme a dare loro equilibrio: lui era il genio creativo, lei era l’organizzatrice, colei che sapeva dare forma alla genialità di lui. Andrea sarebbe stato comunque un grande artista, ma lei, quadrata e precisa, gli teneva dritta la strada”
"Insieme agli “Amici della Forteguerriana“, ci siamo divertiti molto insieme, lui era un personaggio assai più pubblico di lei che aveva innumerevoli talenti, compreso quello di sapere dire sempre le parole giuste, al momento giusto, e senza mai alzare la voce. Ero sempre a cena da loro, il martedì, una occasione per stare insieme, ridere, scherzare e parlare di tutti i nostri progetti. Loro erano destinati a stare insieme e pensarli insieme, adesso, è una consolazione, ma in questo mese ci abbiamo sperato in tanti che lei potesse farcela. Mi viene in mente il colore verde, che nasce dalla fusione del blu e del giallo. Però il blu e il giallo esistono anche di per sè. Penso a loro come Fellini e la Masina, come Sandra e Raimondo, che non sono sopravvissuti l’una all’altro, ma penso che lei, avrebbe potuto mantenere il suo colore, e che, se fosse sopravvissuta, avrebbe potuto portare avanti anche il colore di lui, e parlarcene ancora".
Un dolore grande attraversa il mondo ricco, di amicizie e di affetto, che circondava Anna e Andrea. La scrittrice Laura Vignali e il marito Giuseppe Scalise li avevano invitati a cena poche sere prima della tragedia, il lunedì 25 settembre, giorno del compleanno di Andrea, che qualche tempo fa aveva dipinto un fondale bellissimo per il plastico del trenino di Giuseppe, grande collezionista di treni. Avevano passato una serata bella tutti insieme: "Ci sembra impossibile – ci hanno detto ieri – non sentire più le loro voci e i loro passi in casa nostra".