LUCIA AGATI
Cronaca

Anziana trovata morta. "Parlerò, sono pronto". Ruscio si prepara al nuovo interrogatorio: La svolta dal carcere

Ieri mattina ha confermato al suo difensore la disponibilità a incontrare i magistrati che dirigono le indagini dei carabinieri. Un inedito scenario tra i motivi di tensione tra madre e figlio

I carabinieri davanti all’obitorio il giorno dell’autopsia (Acerboni/FotoCastellani)

I carabinieri davanti all’obitorio il giorno dell’autopsia (Acerboni/FotoCastellani)

Pistoia, 15 giugno 2023 – Da una parte le indagini dei carabinieri, che non si sono mai fermate dalla mattina del primo giugno, senza soluzione di continuità, concentrate su ogni aspetto emerso dagli innumerevoli accertamenti. Dall’altra la disponibilità, della persona indagata, a confrontarsi di nuovo con i magistrati che dirigono queste indagini. E questi due elementi potrebbero confluire nella svolta verso la ricerca della verità sulla tragica morte di Ottavina Maestripieri, la donna di 90 anni, picchiata e soffocata nell’appartamento di via Monteverdi, dove aveva vissuto a lungo.

Indagato per omicidio volontario c’è il figlio di Ottavina, Patrizio Ruscio, 60 anni, ragioniere, in carcere dopo aver violato, per due volte, la detenzione domiciliare impostagli dal tribunale di sorveglianza di Firenze dopo una condanna per truffa passata in giudicato. Gli mancavano da scontare tre mesi.

Ed è stato ieri mattina che Ruscio ha dato la sua disponibilità a essere nuovamente interrogato dai sostituti procuratori Leonardo De Gaudio e Linda Gambassi davanti ai quali era stato fino alla tarda notte fra il primo e il 2 giugno, nella caserma dei carabinieri. L’uomo, lo ricordiamo, era stato indagato per omicidio volontario fin dalle prime ore dal ritrovamento del corpo della madre, alle sette e mezzo del primo giugno.

Una decisione, la sua, che è arrivata un po’ a sorpresa perchè attesa, piuttosto, nella giornata precedente, quella di martedì, all’indomani del primo incontro con il legale dopo il lungo interrogatorio del primo giugno.

Il suo difensore, l’avvocato Francesco Stefani del foro di Firenze, ha ricevuto la chiamata dal carcere, autorizzata dall’amministrazione penitenziaria, mentre, ieri mattina, saliva le scale del palazzo del tribunale di Pistoia per recarsi negli uffici della procura, come avevamo anticipato ieri.

Stefani era stato convocato dai due magistrati per essere presente al conferimento dell’incarico al consulente informatico della procura, ovvero l’esperto che dovrà estrarre i dati dai due cellulari e dai due computer che, nei giorni scorsi, i carabinieri hanno sequestrato al figlio di Ottavina. Ruscio, ieri mattina, pur avendone diritto, ha rinunciato a comparire, mentre il suo avvocato ha chiesto ai pubblici ministeri "una analisi certosina" su una serie di elementi in un contesto di "creditori pressanti" che avrebbero gravato sul ragioniere, nei guai finanziari e con più processi in corso tra Firenze e Pistoia per vicende di bancarotta.

L’attenzione del penalista fiorentino ancora si sofferma sull’ipotesi del proprio perito, il medico legale Fabio Fondelli, che era presente all’autopsia e che ne era uscito un po’ perplesso sul fatto che l’indagato avesse potuto fare tutto da solo. Ma per la procura non ci sono altre persone coinvolte in questa tragedia. Ma è il movente che appare ancora oscuro e ruota attorno alla domanda più banale, ma al tempo stesso più difficile e che ci stiamo ripetendo ormai da due settimante: perchè Patrizio Ruscio, alle sei e mezzo della mattina del primo giugno, era già in casa della madre?

La donna, come abbiamo già riportato, lo aveva sempre aiutato finanziariamente, e lui l’ha sempre considerata un punto di riferimento essenziale nella sua vita nella consapevolezza, ammessa nel corso del primo interrogatoio, di aver danneggiato la sua famiglia. Quindi cosa potrebbe essere accaduto?

Il movente economico, ovvero i debiti, non ha mai convinto il legale del ragioniere che non avrebbe più potuto pretendere niente da Ottavina perchè la madre non aveva più niente, nemmeno la casa dove abitava, pignorata dopo le disavventure finanziarie del figlio. Lei viveva con una pensione di mille euro al mese.

Ma c’era una scadenza vicina che avrebbe potuto generare apprensione. Ottavina, il 5 luglio prossimo, avrebbe dovuto pagare un anno di affitto all’attuale proprietà dell’appartamento di via Monteverdi con cui era stato raggiunto appunto un accordo per un affitto annuale, ogni 5 luglio.

Negli anni precedenti – ci ha spiegato l’avvocato Stefani – quell’affitto era sempre stato pagato dal figlio.

Era forse questo l’argomento urgente di cui parlare con la madre quella mattina, come Ruscio aveva spiegato in sede di interrogatorio? C’era la disperazione di Ottavina al centro di tutto e la mancanza di soldi (è una nostra ipotesi), per poter onorare quell’impegno annuale?

Il confronto tra Patrizio Ruscio e i magistrati avverrà all’inizio della prossima settimana e sarà a Pistoia, non nel carcere di Prato.

"Ho trovato grande disponibilità, calma, e pacatezza, nei sostituti che dirigono questa indagine, il dottor De Gaudio e la dottoressa Gambassi – ha commentato ieri l’avvocato Stefani – rilevo, e sottolineo, un clima di reciproca volontà di collaborare per accertare i fatti in questa tragica circostanza".

lucia agati