REDAZIONE PISTOIA

"Architetti costretti a cambiare lavoro Ma ora c’è fermento"

Viaggio nelle professioni stravolte dalla pandemia e la crisi. Il presidente dell’Ordine: "Molti senza studio, lavorano da casa"

Un viaggio tra le professioni per conoscere, a un anno dallo scoppio della pandemia, come sono cambiate le modalità lavorative dei liberi professionisti, tra smart working, situazioni di stallo e mille difficoltà da superare. Ne abbiamo parlato con Paolo Caggiano, presidente dell’ordine degli architetti di Pistoia che ci ha spiegato come, dopo mesi di stop dei cantieri, sia tornata in città la voglia di ristrutturare e comprare immobili, e di come ci sia tanta voglia da parte dei professionisti di mettersi in gioco e disegnare la Pistoia del futuro.

Come è cambiato il vostro lavoro?

"Il lavoro dell’architetto si svolge per metà in studio e per l’altra metà nei cantieri. Purtroppo durante la prima ondata di Covid e in particolare nel primo lockdown l’attività di tutti i cantieri è stata bloccata, perciò anche il nostro lavoro ha subito un brusco stop. Ma non ci siamo dati per vinti, d’altronde per noi lo smart working non era certo una novità. All’interno degli studi, dunque, non è cambiato granché".

Qualche collega in questo periodo ha preferito tagliare le spese e rinunciare allo studio? "Sì molti stanno lavorando direttamente da casa. Si può fare questo mestiere anche senza possedere uno studio. Nell’era digitale ormai basta avere un pc performante e una buona connessione Internet. Altri colleghi invece hanno proprio rinunciato a svolgere la professione, oppure la svolgono solo in maniera secondaria. Tanti di loro, almeno un centinaio, hanno scelto di insegnare a scuola".

Mentre per gli aspiranti architetti? È un buon momento per muovere i primi passi nella professione?

"Chi si affaccia ora alla professione ha una grandissima opportunità perché c’è gran fermento. Oggi un giovane architetto ha molte opportunità per entrare nel mondo dell’edilizia e del lavoro. E comunque ci sono ottime occasioni di fare esperienza, che non guasta mai. Il superbonus ha riacceso l’interesse dei pistoiesi nelle ristrutturazioni e anche nel mercato immobiliare c’è un risvegliato interesse. E c’è la grande occasione del Recovery Fund: possiamo pensare a come deve essere la città del 2020".

Come dovrebbe svilupparsi? "Certamente tenendo di conto di come sono cambiate le abitudini, gli habitat urbani, il rapporto dell’uomo con l’ambiente, ma chi progetta le città del futuro ha anche una responsabilità: aumentare la consapevolezza del cambiamento climatico". Samantha Ferri