Argini dell’Agna, fossi e fanghi. Si riunisce la commissione

Si riunirà il 5 novembre prossimo, alle ore 18.30, la commissione consiliare ambiente per trattare le principali tematiche del post-alluvione...

Si riunirà il 5 novembre prossimo, alle ore 18.30, la commissione consiliare ambiente per trattare le principali tematiche del post-alluvione a un anno dalla rottura dell’argine dell’Agna che determinò danni gravissimi alla zona industriale e alle famiglie residenti nelle vie Tobagi, Mattei e Alfieri, alla Stazione. Alla riunione, richiesta dai consiglieri Greta Cavaciocchi del centrodestra e Sandro Nincheri della lista civica Montale Rinasce, sono stati invitati dal Comune anche i tecnici del Consorzio di Bonifica Medio Valdarno e del Genio Civile e della Regione Toscana. Il primo argomento all’ordine del giorno è la situazione attuale degli argini del torrente Agna e le comunicazioni su eventuali lavori di messa in sicurezza. La sistemazione dell’argine è sempre stata, fin dai primi momenti dopo l’alluvione, la principale richiesta sia delle imprese della zona industriale sia dei residenti delle aree colpite dagli allagamenti. C’è quindi grande attesa per sapere se c’è un progetto, se ci sono i soldi e quali saranno i tempi dell’eventuale realizzazione.

Il secondo argomento è la condizione dei fossi minori, ma la cui funzionalità è fondamentale per un regolare deflusso delle acque. In particolare si parlerà dei fossi Agnaccino e Selvavecchia che sono oggetto, dal mese di agosto, di un intervento di ripristino nel tratto a nord e a sud di via Tobagi a cura del Consorzio di Bonifica Medio Valdarno ma destano ancora preoccupazione negli abitanti di via Alfieri che si trova nella zona più a valle rispetto all’intervento in corso.

Il terzo argomento, non meno importante, sono i "provvedimenti per il recupero dei rifiuti speciali dai terreni lungo via Guido Rossa e via Walter Tobagi conseguenti agli eventi alluvionali del 2 novembre 2023".

Molti dei terreni investiti dai materiali provenienti dalla zona industriale sono ancora ricoperti da uno spesso strato di fanghiglia e di rifiuti di vario tipo. Si tratta di decine di migliaia di metri quadri di campi che prima dell’alluvione erano utilizzati per coltivazioni agricole, quelli intorno a via Tobagi oppure occupati da un grande e importante vivaio che è stato devastato dall’alluvione. Queste attività produttive sono state fortemente danneggiate, migliaia di piante di pregio nel vivaio sono state rovinate. Il costo della ripulitura di quei terreni e dell’analisi dei materiali è molto alto e c’è da chiarire chi deve accollarsi il lavoro e l’ingente spesa.

Giacomo Bini