REDAZIONE PISTOIA

Arriva Hitachi, cambiano insegna e tute. "Ma l’ad Manfellotto rimarrà in sella"

I sindacati in attesa del nuovo incontro con la proprietà: "Ora scoprite le carte"

L'interno dello stabilimento di Pistoia

 Pistoia, 18 settembre 2015 - L’INSEGNA cambierà insieme al marchio e le tute degli operai da blu diventeranno grigie. L’uomo di punta, invece, con la «benedizione» dei nuovi proprietari, resterà lo stesso: Maurizio Manfellotto. A due settimane dal passaggio definitivo di consegne di AnsaldoBreda da Finmeccanica a Hitachi, dopo «il tutto sommato positivo» incontro romano di mercoledì, cominciano a emergere nuovi dettagli sul futuro di via Ciliegiole e degli altri stabilimenti italiani. La parte più rilevante delle novità, quella sul piano industriale, le missioni produttive dei singoli stabilimenti, la partecipazione alle gare nazionali e internazionali e l’eventuale assunzione diretta di interinali e parte dell’indotto, rimane invece in attesa del prossimo appuntamento fra organizzazioni sindacali e proprietà, fissato per il 24 settembre, di nuovo a Roma.

ALL’ASSEMBLEA dei lavoratori che si è svolta ieri mattina in sala mensa, i componenti della Rsu non hanno potuto che riportare le «buone parole» dell’ad Hitachi rail Europe, Alistair Dormer e del suo staff, e ripetere le richieste già espresse alla proprietà. «Pensare localmente e agire localmente» è il motto con il quale il colosso giapponese presenta la sua strategia. Con circa 330mila adetti in tutto il mondo, 11mila in Europa e un fatturato di 81 miliardi di dollari, Hitachi è attiva nei settori più svariati. Il settore dei trasporti rappresenta circa il 15% del suo giro di affari. Lo sbarco in Europa attraverso le italiane AnsaldoBreda e AnsaldoSts è stato un primo passo per sottrarre anche il mercato del Vecchio continente ai cinesi, che non a caso si erano fatti avanti per le aziende di casa Finmeccanica. «L’integrazione» fra i diversi siti industriali, compreso quello inglese nuovo di pacca, è già dato per scontato. Ma chi si occuperà della progettazione dei nuovi mezzi per le nuove, eventuali, commesse? All’incontro di mercoledì, i manager Hitachi avrebbero risposto che la «progettazione starà vicino alla progettazione», con ciò lasciando intendere che gli stabilimenti italiani non saranno soltanto officine di montaggio. «Bene, molti aspetti dell’incontro sono stati piuttosto promettenti, adesso lo mettano nero su bianco», esorta Marco Fonana, Rsu della Fim-Cisl. In via Ciliegiole il clima oscilla fra la speranza e l’incertezza, e i lavoratori chiedono di conoscere il piano industriale. «Abbiamo ancora un quadro d’insieme molto vago – frena Albano Tonioni della Fiom-Cgil –. Abbiamo bisogno di conoscere le prospettive a breve e, soprattutto, a lungo termine. A oggi ci è stata prospettata soltanto una fusione a freddo, ma vogliamo fin da subito conoscere carichi di lavoro, prodotti, missioni». «Chiediamo che i lavoratori possano dire la loro sulle decisioni che li riguardano e condividere un percorso di relazioni industriali, dove ci sia, come ha detto Dormer, armonia, sincerità e spirito pionieristico», rilancia Tiziano Fabbri per l’Ugl.

IL NUMERO UNO della divisione europa di Hitachi ha garantito investimenti e sviluppo e promesso che risponderà puntualmente alle domande di parte sindacale, già la prossima settimana. Intanto, da quanto emerge dall’incontro di mercoledì, pare che confermato un ruolo di primo piano per l’attuale ad AnsaldoBreda, Maurizio Manfellotto, anche lui presente a Rom, al quale viene riconosciuto il lavoro di risanamento degli ultimi anni. «Hanno parlato di amministratore delegato, ma non è stato specificato di cosa, forse della società italiana che verrà creata», riferiscono i sindacalisti presenti alla riunione, che intanto rilanciano sull’ingresso, negli organici Hitachi, dei lavoratori interinali e di almeno parte di quelli dell’incentrato, oggi impiegati nello stabilimento di via Ciliegiole.

s.t.