Artigianato, allarme rosso. In undici anni evaporate oltre quattromila attività

Impietosa l’analisi dei macro dati emersa dalla rilevazione (nazionale) della Cgia di Mestre. Il presidente di Confartigianato Pistoia: "Pmi senza accesso al credito e strozzate da burocrazia" .

Artigianato, allarme rosso. In undici anni evaporate oltre quattromila attività

Alessandro Corrieri, Confartigianato

I numeri sono, purtroppo, impietosi: nel giro di 11 anni, quindi dal 2012 al 2023 con in mezzo una importante crisi economica, la pandemia, le guerre che condizionano i mercati e, di conseguenza, l’andamento degli affari, in provincia di Pistoia sono scomparsi dall’attività circa 4mila artigiani, ovvero il 27.1% del totale. A dirlo è la rilevazione che è stata fatta dalla Cgia di Mestre, sempre all’avanguardia a livello nazionale per quel che concerne l’analisi di macro-dati dal punto di vista occupazionale, che relega il nostro territorio al 16° posto in Italia come quello col calo più marcato. Una graduatoria guidata da Vercelli che, in undici anni, ha perso il -32,7% davanti a Rovigo (-31%) e Lucca (-30%).

E Pistoia è terza in Toscana, visto che dopo il podio di Lucca c’è il nono posto di Massa e Carrara che registra un calo del -28,8%. Dall’altro lato della graduatoria, invece, tengono botta Livorno e Grosseto che, a fronte della decrescita comune a tutti, riescono a rimanere intorno al -20%. "Purtroppo si certifica quello che registriamo da anni, dovuto alle difficoltà della micro e piccola impresa che l’Italia incontra da tempo – afferma il presidente di Confartigianato Pistoia, Alessandro Corrieri – a causa dei problemi della burocrazia che colpiscono soprattutto i più piccoli. C’è poi la difficoltà di accesso al credito, unitamente alla mancanza di reperire manodopera qualificata che possa andare a sostegno dell’attività imprenditoriale. Per noi l’arrivo dell’Its Prime è un passo determinante nel cominciare a cambiare quel clima culturale che ti fa essere un lavoratore di “Serie B“ se sei un artigiano o sei in una piccola azienda invece che un professionista. I corsi stanno andando molto bene, tutti i ragazzi trovano immediatamente impiego perché il percorso è mirato esclusivamente ad arrivare all’ingresso nel mondo lavorativo".

Nello specifico dei dati che riguardano Pistoia, si è passati da 14.395 artigiani registrati in Camera di Commercio all’inizio del 2012 ai 10.498 del 31 dicembre scorso con una decrescita complessiva di 3.897 unità che, in numeri assoluti, sono addirittura di più di quelli che ha perso una provincia esclusivamente manifatturiera come Prato (3550) che fa il paio con il -23% registrato nel fiorentino per chiudere il quadro sull’area metropolitana. Pistoia che rimane del 5% sopra la media nazionale (-22% di chiusure) con la Toscana che staziona, come regione, al quinto posto con una media generale del -24,5%.

"Per il futuro c’è da focalizzarsi su giovani e donne per start-up innovative - aggiunge Corrieri - ovvero coloro che dovranno portare avanti la nostra storia produttiva: stiamo cercando di lavorare in questo senso sensibilizzando le istituzioni. Il tutto senza dimenticare il problema del passaggio generazionale: non ci sono agevolazioni sul tema fra i membri della stessa famiglia e, allo stesso tempo, occorrono incentivi per non disperdere le conoscenze di decine di anni di lavorazioni, vedi le sofferenze di settori da noi un tempo affermati come calzaturiero e mobilifici con paure, da parte di figli o dipendenti dei vecchi titolari, di proseguire nell’attività". A livello di mestieri, però, si hanno segnali contrastanti: se da un lato ci sono settori oramai abbandonati come autisti, sarti, riparatori, tornitori, carpentieri, dall’altro ci sono attività come estetisti, acconciatori, tatuatori, videomaker, social media manager che continuano a progredire in maniera importante.

Saverio Melegari