Ascoltati in aula quindici lavoratori

L'incidente probatorio nell'udienza davanti al giudice per le indagini preliminari ha visto la testimonianza di lavoratori coinvolti nel caso di caporalato. Le testimonianze hanno rivelato condizioni di lavoro dignitose, contrastando le accuse.

Ascoltati in aula quindici lavoratori

Ascoltati in aula quindici lavoratori

Ha richiesto nove ore l’udienza di ieri mattina davanti al giudice per le indagini preliminari Patrizia Martucci, pubblico ministero Claudio Curreli, che dirige le indagini dei carabinieri sulla vicenda del caporalato, emersa nel marzo scorso con tre arresti. Ieri si è svolto l’incidente probatorio, prova irripetibile che si forma e si cristallizza fuori dal processo. E’ consistita nella testimonianza, con interprete, di quindici lavoratori che erano stati identificati dai carabinieri quali braccianti destinati ai campi di Pistoia, Prato, Firenze, Arezzo e Siena e che venivano raccolti all’alba, tra Agliana e Quarrata. Sotto accusa ci sono padre e figlio pakistani, difesi dall’avvocato Pamela Bonaiuti di Prato e un terzo pakistano, difeso dall’avvocato Katia Dottore Giachino di Prato. I lavoratori, provenienti dal Pakistan e dal Bangladesh, sono stati ascoltati tutti in aula, nel corso della lunghissima udienza di ieri.

"Ci eravano opposti – ci ha spiegato ieri sera l’avvocato Bonaiuti – all’acquisizione delle sommarie informazioni raccolte durante le indagini e quindi abbiamo chiesto che tutti i lavoratori venissero ascoltati nel corso dell’incidente probaborio. Tutti tranne uno hanno riferito di essere stati trattati bene, di essere stati pagati dai 6 ai 7 euro l’ora e di non aver lavorato di domenica. Avevano sempre l’acqua con sè ed erano stati assunti con contratti stagionali.

Il giudice Martucci ha accolto la costituzione, quale parte offesa, dell’associazione "L’altro diritto" che si occupa delle persone detenute ed è rappresentata dall’avvocato Tucci, respingendo l’eccezione dei difensori.