
Si inasprisce il confronto sulla gestione del centro di accoglienza. La nota: "Intimidazione con intenti elettorali". E spunta il post di Savini.
Assume i contorni di un confronto aspro la questione del decongestionamento del centro di accoglienza di Vicofaro. Al centro, ci sono le ragioni dei residenti, la cui voce è espressa (nei toni più netti) dal Comitato che domani mattina manifesterà davanti alla sede della Diocesi in via Puccini. Poi ci sono le ragioni della politica che a vari livelli ha "adottato" la causa pistoiese. Dopo le esternazioni del capogruppo della Lega in consiglio comunale, Cinzia Cerdini, che ha chiamato in causa le responsabilità del vescovo nella gestione del piano di accoglienza di don Massimo Biancalani, c’è stato il post social del vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, che ha condiviso l’immagine di alcuni migranti davanti alla chiesa di Santa Maria Maggiore, con la scritta a caratteri cubitali: "I comitati di Vicofaro chiedono il trasferimento di don Biancalani: ’persona non gradita’".
Una goccia che ha fatto traboccare il vaso. Una presa di posizione che ha indotto la Diocesi a rispondere a quello che è stato considerato un attacco frontale, diretto alla persona del vescovo Fausto Tardelli. E così è arrivata la risposta, altrettanto netta, da parte della Diocesi.
"Dispiace profondamente ascoltare le dichiarazioni rese in questi giorni da alcuni esponenti politici della maggioranza – si legge nella nota – che sostiene l’amministrazione comunale in merito alla situazione in essere nei locali della parrocchia di Santa Maria Maggiore a Pistoia, nel quartiere di Vicofaro. Esse rappresentano un triste ennesimo episodio di svilimento delle istituzioni e del dibattito pubblico. Un attacco intimidatorio e violento alla Diocesi ed alla persona del vescovo, ancor più meschino perché va a sfruttare, probabilmente con intenti elettorali, una situazione sicuramente complessa e difficile senza però portare soluzioni, fomentando gli animi in modo scomposto, strumentalizzando e forse addirittura organizzando manifestazioni, arrivando ad addossare ad un capo religioso poteri e azioni ampiamente fuori dalle sue responsabilità e possibilità.
Occorre ricordare infatti che non è certamente compito ascrivibile alla Diocesi, così come in nessun’altra parte nel mondo, l’ordine pubblico e la gestione in capo dei flussi migratori sui vari territori. Ribadiamo con forza che, come chiesa, ci troviamo a fare supplenza nei confronti di uno Stato, di amministrazioni locali ma anche internazionali a cui compete la risoluzione del problema migratorio e, particolarmente, la gestione dell’accoglienza di chi si trova nel nostro Paese. La mancanza di risposte adeguate da parte delle istituzioni contribuisce in modo significativo al disagio sociale che stiamo sperimentando".
Una risposta chiara che rimanda al mittente accuse definite strumentali. Intanto, il vescovo fa sapere che non si sottrarrà al confronto con i residenti che manifesteranno domani mattina. Resterà nella sede della diocesi e non è escluso che possa ricevere una delegazione dei residenti di Vicofaro.
"Nelle ultime settimane – conclude la nota della Diocesi – abbiamo registrato positivamente un intervento significativo da parte del Governo, arrivato a seguito di un confronto costruttivo e non strumentale tra le istituzioni locali e nazionali. Abbiamo riconosciuto in questo la via giusta da seguire e abbiamo collaborato con la massima disponibilità. Le inaccettabili e offensive uscite a mezzo stampa contro il vescovo, la diocesi e un suo sacerdote, don Massimo, rendono tutto più difficile, avvelenando gli animi ancora di più e soffiando sul fuoco. Crediamo che il disagio reale dei residenti, sicuramente da ascoltare con la massima attenzione, non possa farsi strumentalizzare da una forza politica che scenda a tali livelli".
M.V.