A due mesi dall’affollatissima assemblea pubblica sul caso autovelox del Pontenuovo, il circolo Arci di Montale, la sede montalese dell’Auser, continua ogni giorno a essere raggiunta, di persona o telefonicamente, da cittadini multati che chiedono il fac-simile per inviare la richiesta di rimborso al Comune di Pistoia. "Ogni giorno riceviamo dalle venti alle trenta richieste – dice il presidente dell’Auser Franco Pessuti – e dedichiamo a queste richieste un paio d’ore. Sono richieste che vengono sia da Montale che da altri comuni della zona e le persone vorrebbero dal Comune di Pistoia una risposta". Le richieste di rimborso sono tutte basate sul fatto che gli uffici del Comune di Pistoia hanno dichiarato, il 6 settembre scorso, che l’ordinanza istitutiva del limite di velocità di 40 chilometri orari al Pontenuovo "non è stata trovata" né nell’archivio informatico né in quello cartaceo.
"Se manca l’ordinanza istitutiva del divieto – sostengono i cittadini richiedenti il rimborso – i verbali delle multe sono illegittimi e quindi chiediamo che ci venga restituito il denaro indebitamente incassato dal Comune". Poiché le multe emanate con l’autovelox sono state tantissime, 54mila in tutto e oltre 34mila solo nei primi cinque mesi del 2024, e si sono riversate su centinaia di famiglie, la notizia che l’ordinanza non era stata trovata negli archivi ha suscitato un’ondata di ricorsi, quando c’erano ancora i tempi tecnici per presentarli, e di domande di rimborso per chi, fidandosi della legittimità del divieto, aveva pagato le multe. Ora i cittadini richiedenti rimborso chiedono dal Comune di Pistoia una risposta: "Il Comune deve dirci se riconosce le nostre ragioni e se intende rimborsarci oppure se non le riconosce portando delle ragioni valide".
Finora l’unica risposta arrivata da parte della Polizia Municipale a una parte dei richiedenti è stata che il Servizio Infrastrutture del Comune di Pistoia sta ancora cercando l’ordinanza nell’archivio cartaceo. "Tale attività – scrive la Polizia Municipale di Pistoia – si sta rivelando più complessa del previsto a causa del fatto che parte dell’archivio è ancora gestito in formato cartaceo, il che richiede tempi più lunghi per la consultazione e il recupero della documentazione necessaria". Se si continua a cercarla vuol dire che anche per gli uffici comunali l’ordinanza è essenziale, sebbene sia stata cercata solo dopo che un cittadino ne aveva chiesto una copia, il 22 giugno scorso.
Giacomo Bini