Si intitola "Il silenzio degli indecenti" un durissimo comunicato di Sinistra Italiana di Pistoia sul caso autovelox e soprattutto sulle mancate risposte del sindaco Alessandro Tomasi dopo che si è saputo che gli uffici comunali non dispongono, in quanto non l’hanno trovata negli archivi, dell’ordinanza che istituisce il limite di velocità di 40 chilometri orari al Pontenuovo. "Evidentemente il sindaco di Pistoia non ha intenzione di chiarire ai cittadini come intenda agire di fronte alla illegittimità dei verbali, e relative sanzioni, elevati dal Comune di Pistoia – afferma Sinistra Italiana – con autovelox a Pontenuovo. E’ un silenzio che dice molte cose e dimostra una concezione del modo di amministrare la città non rispettosa del confronto, che di fronte ai problemi sceglie di sottrarsi e di non rispondere alle critiche ed ai rilievi. Un modo di agire che testimonia tutta la povertà, per non dire l’assenza, di una cultura democratica che, invece, dovrebbe portare al rispetto delle osservazioni e delle critiche alle quali chi amministra ha sempre il dovere di rispondere. Da questo silenzio – continua il comunicato di Si - dobbiamo dedurre che non è intenzione dell’Amministrazione Comunale riconoscere i propri evidenti errori e, di conseguenza, di ignorare l’illegittimità dei propri atti su questa vicenda". Secondo Sinistra Italiana "si tratta di un comportamento arrogante che segnala una mancanza di rispetto per i cittadini, una considerazione pressoché nulla dell’importanza della correttezza e legittimità degli atti della Pubblica Amministrazione che, proprio perché ha il potere di pretendere dai cittadini il rispetto delle regole negli ambiti di propria competenza, ha il dovere di agire con trasparenza e nel rispetto della legge". Sinistra Italiana ravvede nel comportamento del sindaco un mancato rispetto del dovere costituzionale di adempiere le funzioni pubbliche con disciplina e onore. "E’ un atteggiamento che fa cadere la maschera amichevole – conclude Sinistra Italiana - con cui il sindaco di Pistoia ha cercato di nascondere la sua reale cultura politica".
Giacomo Bini