Identificato e fermato il presunto responsabile del rogo della bandiera ucraina che era appesa alla cancellata della chiesa parrocchiale di Montale. Il caso è stato risolto a tempo di record nel giro di 26 ore dal fatto. Determinanti sono stati l’impianto di videosorveglianza nella piazza Matteotti, su cui si affaccia la chiesa, e l’efficienza dei Carabinieri di Montale e degli agenti della Digos che hanno partecipato all’indagine. Le immagini tratte dalle riprese della telecamera della piazza avrebbero mostrato chiaramente il volto del responsabile, un uomo apparentemente di oltre cinquant’anni, che, a quanto risulta, ha agito da solo. L’uomo, italiano, è stato individuato ieri mattina mentre camminava tranquillamente nel centro del paese, non lontano dalla piazza. E’ stato raggiunto prontamente da una pattuglia dei carabinieri di Montale che l’hanno fermato e portato in caserma. Indossava – da quanto si apprende – gli stessi abiti con i quali il giorno prima, domenica, circa mezz’ora prima della Santa Messa delle 8, era stato ripreso mentre dava fuoco alla bandiera, noncurante non solo delle telecamere, ma anche della presenza di testimoni. Il parroco don Paolo Firindelli ringrazia le forze dell’ordine per la rapidità con cui è stato assicurato alla giustizia il responsabile. "Tutti gli agenti impegnati in questa vicenda sono stati molto efficienti – dice don Paolo – in particolare vorrei sottolineare la disponibilità e l’impegno del maresciallo Ignazio Bozza e gli altri carabinieri di Montale in servizio". Don Paolo ha ricevuto anche molteplici attestati di solidarietà da parte delle istituzioni locali, da consiglieri comunali, dalle forze politiche, ma soprattutto dai parrocchiani e in generale dai cittadini di Montale.
Il sindaco Ferdinando Betti che si trova momentaneamente fuori Montale ha chiamato per telefono don Paolo e ha espresso anche sui social: "Piena solidarietà alla parrocchia di Montale contro il vile attacco e la massima collaborazione per comprendere quanto accaduto. Quanto è accaduto è un’offesa a un simbolo – aggiunge il primo cittadino – che in questo periodo storico ha la valenza fondamentale di solidarietà verso un popolo che continua a subire la guerra. Non possiamo rimanere indifferenti davanti a simili offese e tutti dobbiamo denunciare certi atti tanto gravi". La bandiera era stata messa da don Paolo fin dal primo giorno della guerra per esprimere solidarietà al popolo ucraino. Ieri l’assenza della bandiera si notava dopo che era stata esposta per più di cento giorni. Ma don Firindelli assicura che la rimetterà al suo posto: "Ho già ordinato la stoffa dei due colori per fare una bandiera nuova, la farò cucire delle stesse dimensioni di quella precedente e la rimetterò dov’era".
Giacomo Bini