Becattini, una storia per l’eternità. La musica, la fede, la malattia. Addio a Nick, grande bluesman

È morto ieri a 62 anni nella sua casa di Camaiore. L’ultimo lungo applauso al Festival di luglio. Dal 2018 era malato di Sla, ma ha suonato in pubblico finché è stato possibile. Poi ha cominciato a scrivere.

Becattini, una storia per l’eternità. La musica, la fede, la malattia. Addio a Nick,  grande bluesman

Nick Becattini è considerato uno dei più importanti chitarristi contemporanei

PISTOIA

E alla fine il momento, quello al quale situazioni come questa preparano, è arrivato. "Prepararsi": difficile quando l’incontro che si è fissato è con la fine della vita. Ancora più difficile se quell’incontro è già arrivato. Ventuno agosto 1962, dieci settembre 2024: il viaggio di Nicola ‘Nick’ Becattini è giunto al termine. E quello che viene da dire di più condivisibile prima di ogni altro affresco personale è "grazie della musica". Ma grazie anche di quella testimonianza toccante che non ultima sulle nostre pagine, affidata a Lucia Agati, ha restituito pubblicamente come si può convivere con una malattia così inesorabile come la Sla, Sclerosi Laterale Amiotrofica. La fede, incrollabile, grande colonna in questo percorso; e poi la musica, quella che l’ha consegnato alla memoria eterna, che gli ha fatto compagnia anche quando – che beffa, la vita – il progredire della malattia gli ha impedito di muovere quelle sue dita magiche sulle corde di una qualsiasi chitarra. Ma lui ha continuato a suonare, anche con le mani maledettamente immobili. Fino all’ultimo.

La musica è una questione innata per Becattini. Iniziati gli studi alla fine degli anni Settanta, Becattini affianca alla didattica musicale tradizionale quella appresa sui palchi. Che la stoffa c’era lo si capisce subito, tanto che dall’esperienza con diverse formazioni locali – Tobia Blues Band, Traintime BB – arriva a quelle di richiamo nazionale, con la band Model T Boogie di Giancarlo Crea. E mentre i live continuano a fargli forti le ossa, ecco l’azzardo: trasferirsi nel tempio del blues, Chicago. Qui trascorrerà tre anni intensi, venendo ingaggiato da Son Seals (un guru del blues, per capirsi) e mettendo infine una sequenza di "bandierine" ai maggiori festival del genere negli Usa. Le tournee non mancano, negli States come in Europa, e le collaborazioni di prestigio neppure (Otis Rush, Sugar Blues, Lucky Peterson… ma la lista è lunga). Poi nel 1993 il ritorno in patria e una serie di nuovi capitoli musicali – il progetto Nick Becattini & Serious Fun, poi semplicemente ‘Nick Becattini’, più avanti Nick Becattini & The Nickettes -, con partecipazioni a festival e programmi tv e radio che si moltiplicano e collaborazioni di alto livello, come quella con la cantante di Chicago Peaches Staten, con Carl Weathersby, Pinetop Perkins e Ty Leblanc, poi con la fiorentina Caterina Vichi. Indissolubile il legame con il festival di casa sua il Pistoia Blues, che dà vita nel 2003 a un album dedicato, "Pistoia Blues" appunto, il terzo da solista, ma poi anche a collaborazioni coi fratelli Tafuro tramite l’associazione Bluesin, salendo sul palco di piazza Duomo una quindicina di volte, l’ultima nel luglio scorso. Storia più recente la fondazione nel 2018 della Nick Becattini Blues Academy, per corsi di formazione musicale, come anche l’uscita nel 2020 dell’album "Lifetime Blues" e infine l’ultimo, "Crazy Legs", quando già la malattia lo stava mettendo a dura prova. La musica però, come detto, ha continuato a suonare lo stesso. E smessa la chitarra, Nick ha cominciato a scrivere. Tanto che, solo pochi giorni fa lo annunciavamo, è appena uscito un suo libro, "Catartico Blues" (Sef, 2024) e un altro uscirà, "Dialoghi con Giulio" per le Edizioni Paoline. Due ultimi atti di una storia bellissima, quella che in questo 10 settembre si consegna infine all’eternità.

linda meoni