LINDA MEONI
Cronaca

Befana, il virus ferma la discesa dei vigili del fuoco: "Ci vediamo nel 2022"/FOTO e VIDEO

Prima in Italia, Pistoia inaugurò la discesa della vecchina dal campanile. Burchietti: "Orgogliosi di questa tradizione, speriamo in un grandioso 2022"

L'ultima edizione della Befana dei vigili del fuoco (Acerboni/FotoCastellani)

Pistoia, 6 gennaio 2020 - Andare in scena ogni anno non è mai stato semplice né scontato: le normative sempre più stringenti, la sicurezza, la Soprintendenza che come una madre premurosa cerca di tutelare la sua creatura. Ma ogni volta, dal 1994 prima dal tetto dell’allora caserma di via Berni, al 1995 poi dallo spettacolare palcoscenico di piazza del Duomo, campanile, quota quasi 70 metri, l’amatissima Befana dei vigili del fuoco è scesa, con la sua scopa carica di sogni e magia. Pioggia - “una volta: ma che spettacolo fu vedere dall’alto la piazza diventare un tappeto di tantissimi ombrelli colorati” - e impedimenti tecnici non hanno mai vietato fino in fondo la discesa, ma quest’anno il freno d’emergenza l’ha tirato il virus.

E così già da ottobre non senza amarezza è apparso inevitabile dire ‘no’ a questa bellissima tradizione, rimandando l’appuntamento al 2022: “Sarà un 6 gennaio insolito, un po’ come tutto il periodo che stiamo vivendo – è il commento di Luciano Burchietti, il ‘babbo’ della Befana dei pompieri pistoiesi -. Voglio immaginare il prossimo anno con un sogno: una discesa grandiosa, accompagnata dal lancio dei fuochi d’artificio”. Ripercorrere questo quarto di secolo con l’iniziativa portata avanti con caparbietà dal suo ideatore che ha creduto fin dall’inizio nella potenzialità dell’evento è immergersi quasi nella storia di una città e dei tempi che cambiano: a battezzare la discesa per due volte consecutive, 1994 e 1995, conquistando per questo una sorta di primato non fu un vigile del fuoco, né un uomo: fu una donna, Gabriella Burchietti, geologo, nonché cugina di Luciano.

Prima di allora questa ricorrenza era una piccola, attesissima festa riservata però ai figli dei dipendenti. “Quella del 1994 dalla caserma di via Berni fu un’occasione unica – racconta Burchietti - per riunire le nostre famiglie e anche per far vedere ai nostri figli dove lavoravano e cosa facevano i loro padri. Quel pomeriggio, proprio durante la festa, chi era in servizio ebbe il suo bel daffare con incendi e continue partenze. Era quasi come se l’autopompa che partiva a sirena spiegata fosse parte della festa, coi vigili del fuoco, a quel tempo in casacca verde, che correvano da tutte le parti al suono dell’allarme…”. L’idea del trasloco in piazza fu come una scintilla per Burchietti, tra mille perplessità, richiedendo così un grosso sforzo di convincimento, ma anche una infallibile preparazione che tenesse conto delle difficoltà di una discesa ancorata a un così antico supporto, il campanile. La storia cucita attorno alla discesa – l’avaria alla scopa della Befana, l’incidente contro la torre campanaria e il relativo salvataggio a cura dei pompieri - è arrivata dopo, quando la fiaba prendeva corpo e conquistava sempre più successo anno dopo anno.

A Pistoia dunque spetta il primato quello del volo dall’alta quota della Vecchina che con orgoglio Burchietti rivendica, per conto dell’Associazione Nazionale Vigili del fuoco presieduta da Leonardo Melani che insieme al Comando locale dei vigili del fuoco e al Comune di Pistoia organizza l’evento. “Fa piacere constatare come in tanti altri comandi del Paese i colleghi abbiano volentieri colto lo spunto da noi offerto – commenta Burchietti -. Oggi questa iniziativa mobilita ogni anno un centinaio di vigili del fuoco che a titolo volontario e gratuito prestano il loro servizio, mentre per vestire i panni della Befana esiste una lista d’attesa che al momento copre i prossimi 7, 8 anni”. Non secondario poi l’evento collaterale alla festa, la lotteria “Accendi la solidarietà, spengi l’indifferenza”: “Questa tradizione esiste dal 1999 e cerca di dare conforto ad associazioni, centri socioeducativi ed enti che hanno come obiettivo la cura di bambini e ragazzi che stanno vivendo un particolare momento di disagio. Nel corso degli anni sono stati devoluti oltre 185mila euro. Grazie alla sensibilità delle persone è stato possibile iniziare o mantenere progetti destinati a bambini e adolescenti assicurando loro il diritto di crescere nelle migliori condizioni ambientali, fisiche, familiari e psicologiche”.