
Benvenuti ritratto a Celle dal regista Adamo Antonacci (foto dal profilo dell’artista)
Alessandro Benvenuti è stato alla villa di Celle lunedì scorso per girare alcune scene del documentario "Io sono l’assente" del regista Adamo Antonacci che è dedicato alla sua vita e al suo percorso artistico. L’attore e regista fiorentino è rimasto subito rapito dal fascino irresistibile di Celle e delle sue bellezze naturali e artistiche come dimostra un entusiastico e poetico post da lui pubblicato ieri sul suo profilo facebook. "Luogo di grande magia – scrive Benvenuti –. Parcheggio tra gli ulivi. Scendo di macchina e cammino scansando quante più margherite possibili. Mi fa quasi dolore doverle calpestare. Ma le piccole scostumate dai pontifici colori crescono dappertutto. Come fare a evitarle? La natura tutto intorno non ci pensa. Men che meno le margherite d’esser calpestate. È la tua situazione mentale che ti fa soffrire delle cose più banali come è camminare su di un prato dove, senza chiederlo a nessuno, l’erba cresce e con lei quei fiori che partoriti dalla terra insieme al verde, li, si sentono perfettamente a proprio agio". Fin dal parcheggio, ancor prima di addentrarsi nel parco e nelle opere d’arte che racchiude, la fattoria di Celle suscita emozioni e riflessioni profonde in un animo dotato di sensibilità artistica come quello di Benvenuti, che è chiamato dal regista del documentario a ritrovare personaggi interpretati nella sua carriera come quello di Ivo il tardivo, protagonista di uno dei sui film più belli, uscito con grande successo nel 1995.
"Adamo, il regista – racconta Benvenuti – mi ha cucito di nuovo addosso gli abiti di Ivo il tardivo". E con gli abiti di quel quarantenne che torna in paese dopo un ricovero in un ospizio per ritardati Benvenuti ha percorso il labirinto di Robert Morris, una delle opere più evocative della collezione Gori. La descrizione della esperienza dell’Ivo ritornato nel labirinto è una piccola gemma di ironia e di riflessione: "La sua camminata claudicante nel labirinto inclinato e senza sbocco dello scultore Robert Morris – racconta Benvenuti – inseguito da una macchina da presa mette a dura prova il menisco della destra che da anni si rifiuta di aiutarmi se con il corpo vado oltre un certo peso. Stringo i denti. Ogni passo si trasforma in un attimo di moto pensante. Alla fine siamo tutti soddisfatti. Per Adamo, il personaggio riesumato, ha prodotto una bolla di stupore che ha racchiuso tutti quanti in un attimo sospeso e senza tempo. Io vedo solo lo scorrere degli anni. Quelli che verranno? I presenti. I passati, soprattutto, che mi guardano tra l’incerto ed il curioso. Non ho fatto proprio niente di eclatante. Ho subìto solamente il desiderio di un regista che sospetto ami quell’Ivo più di quanto io stesso me lo senta rifiorito dentro. Mi fido e mi affido a lui. La mia assenza che distanzia è la condizione che mi fa star leggero tra i pensieri di chi si è inventato questa impresa".
Il documentario "Io sono l’assente" con la regia di Adamo Antonacci, prodotto dalla società Larione 10 con il sostegno del Bando Cinema e Audiovisivo della Regione Toscana, si propone esplicitamente di raccontare: "Vita e opere di Alessandro Bevenuti, artista poliedrico capace di trasformarsi e di rivoluzionare non solo il teatro italiano, ma, in particolar modo, la lingua toscana". E così Benvenuti si lascia andare docilmente alle intenzioni del regista e osserva incuriosito la ricostruzione filmica di se stesso. "E dai margini di me –scrive - guardo tra l’ammirato e il sorpreso tutto ciò che accade intorno e mi dico: quanto è dolce che qualcuno veda in me qualche cosa che si meriti un racconto. E come un funghetto leggermente allucinato da se stesso… in silenzio sto a guardare". E la bellezza di Celle fa da complice cornice.
Giacomo Bini