Bisturi d’oro a Giannessi. Una carriera illuminata : "La passione è la chiave"

"È stata una piacevole sorpresa ricevere questo importante premio". Dopo oltre seimila interventi, il professore si dice pronto per la pensione . .

Bisturi d’oro a Giannessi. Una carriera illuminata : "La passione è la chiave"

Il professor Giannessi alla premiazione del «Bisturi d’oro»

PISTOIA

Con oltre seimila interventi collezionati nel corso della lunga carriera il primario della chirurgia dell’ospedale San Jacopo si avvia verso la conclusione della sua attività lavorativa che terminerà il prossimo mese di dicembre. Non solo, per le sue competenze tecniche e formative, Sandro Giannessi ha ricevuto nell’ultimo fine settimana l’importante riconoscimento del "Bisturi d’oro" nato per volontà del dottor Flaminio Benvenuti di Poggibonsi e portato avanti dall’associazione chirurghi italiani.

"E’ stata una piacevole sorpresa durante l’ultimo congresso formativo - racconta Giannessi - Ed è un vero onore aver ottenuto questo riconoscimento soprattutto perché è arrivato nell’anno in cui andrò in pensione". Con oltre 200 interventi chirurgici all’anno Giannessi ha alle sue spalle una carriera lunga e brillante a partire dagli anni 80 quando ha eseguito la sua prima operazione che ancora ricorda bene. "Si trattava di un’appendicite e all’epoca si svolgeva in laparotomia - ricorda - non mi resi conto bene di quello che stavo facendo, come per tutti gli specializzandi ero guidato dal chirurgo esperto, passo dopo passo".

Ed ora il formatore è proprio lui, sotto la sua ala tante nuove leve stanno facendo i loro passi più importanti in sala operatoria. Ma quale è l’ingrediente principale che un giovane di oggi deve avere per diventare un buon chirurgo? "Tanta tanta passione - dice il primario senza giri di parole - Bisogna avere passione e tempo da dedicare alla propria formazione. Passione perché è un settore senza orari, dove ti ritrovi a lavorare anche durante i giorni di festa, ma soprattutto tratti pazienti che spesso soffrono di patologie gravi. Formazione perché per crescere bisogna saper ascoltare chi ne sa più di te, guardare i colleghi in sala operatoria e per ultimo, ma non per importanza, l’ambiente in cui si lavora deve saper valorizzare le capacità del giovane, consentirgli di mettersi alla prova".

Intanto l’ultimo sforzo del primario è stato proprio l’organizzazione del convegno sulla chirurgia epatobiliare la chirurgia oncologia colonrettale e epatobiliare in urgenza. Ma come è cambiata la chirurgia nel corso degli anni? "Tantissimo - spiega Giannessi - Prima i grandi anziani non venivano neanche fatti avvicinare alla sala operatoria, oggi grazie allo sviluppo delle tecniche anestesiologiche operiamo pazienti ultraottantenni. Non dimentichiamo la nascita della chirurgia mini invasiva negli anni 90 che oggi evita spiacevoli conseguenze post operatorie e infine l’assistenza robotica che migliora la qualità degli interventi ma non andrà mai a sostituire le mani di un chirurgo esperto".

Durante la giornata formativa, organizzata dal primario, è stata assegnata anche la prestigiosa borsa di studio "Ambra Corsinovi", premio che ogni anno, durante il Convegno l’associazione Ambra Corsinovi conferisce ad un giovane chirurgo che si è distinto per la pubblicazione di un lavoro scientifico di rilievo nazionale: in questa edizione il premio è stato assegnato alla dottoressa Davina Perini della Chirurgia Generale di Careggi a Firenze, la quale ha saputo dimostrare eccellenza e dedizione attraverso un lavoro innovativo e di grande impatto, contribuendo così al progresso della professione e alla salute dei pazienti. La cerimonia ha voluto sottolineare, come già richiamato dal professor Giannesi, l’importanza sempre maggiore della ricerca e della formazione continua nel campo della chirurgia, perché esse rappresentano il futuro in quanto portatrici di nuove pratiche cliniche sempre migliori e sempre meno invasive.

Mchela Monti