Bloccato licenziamento dei prof. Interviene il ministro Valditara

Il caso delle prove invalidate, prevale la continuità didattica. "Ma ora serve una norma che sani la questione"

Bloccato licenziamento dei prof. Interviene il ministro Valditara

Bloccato licenziamento dei prof. Interviene il ministro Valditara

Tutto salvo. Almeno per quest’anno scolastico. E a voler legger tra le righe c’è anche una speranza oltre quella scadenza. È intanto uno spiraglio di timido sole quello che si apre attorno alla vicenda degli insegnanti assunti tramite prova suppletiva indetta a causa della positività al Covid-19 di alcuni candidati nell’ambito del Concorso docenti 2020. A darne notizia è lo stesso Ministero dell’Istruzione e del Merito con una nota pubblicata nella serata di giovedì dove si afferma che i "contratti dei vincitori delle prove suppletive istituite per pandemia sono confermati per l’anno scolastico 2023-2024" volendo "garantire la continuità didattica tenendo conto dell’interesse degli studenti". Non solo: "Il Ministero – è la dichiarazione del titolare del dicastero, Giuseppe Valditara - ha inoltre già attivato le opportune iniziative normative per consentire il superamento delle criticità dovute al mutato orientamento giurisprudenziale che renderebbe inutilmente superate le prove suppletive da parte di questi docenti".

Tradotto, c’è un impegno affinché si arrivi a modificare la stessa legge sui cui principi si basa il pronunciamento del Consiglio di Stato con sentenza del 24 gennaio scorso. C’è evidente soddisfazione tra i membri del Comitato docenti a rischio licenziamento, come ci conferma una delle capofila di questa battaglia di civiltà, la pistoiese Valentina Pedroni, maestra di scuola primaria proprio nella nostra città.

"Accogliamo favorevolmente questo primo passo – ci dice l’insegnante -, ma auspichiamo anche che si possa fare uno sforzo in più. Essendo nell’anno di formazione e prova ed essendo prossimi anche gli aggiornamenti delle graduatorie per le supplenze, sarebbe auspicabile che il Ministero calasse al più presto questa norma di cui esso stesso parla. È difficile continuare a lavorare serenamente afflitti comunque da questo costante dubbio sulle nostre sorti dopo la fine di questo anno scolastico". Il ‘chiasso’ attorno a questa vicenda è stato sin da subito notevole. Dalla condivisione civile, attraverso una petizione su Change.org oggi a quota 3.400 firme, a quella politica, con un interesse trasversale che ha coinvolto Marco Furfaro, capogruppo Pd in commissione affari sociali e membro della segreteria nazionale, Manzi (Pd) e Piccolotti (Alleanza Verdi Sinistra). A questi nelle ultime ore si è aggiunto anche il consigliere regionale Marco Niccolai che ha prodotto un’interrogazione alla giunta toscana per chiedere che la stessa si attivi nei confronti del Governo per una risoluzione del caso.

"Non è ovviamente ancora finita – conclude Valentina Pedroni – e non lo sarà finché non vedremo riconosciuti i nostri diritti. Sopra ogni cosa però devo dire che questa vicenda sta rappresentando anche una lezione di cooperazione, se si pensa che siamo cento insegnanti da tutta Italia unite da una battaglia comune che per ovvie ragioni non si sono mai potute incontrare di persona".

linda meoni