Pistoia, 24 settembre 2022 - Bollette alle stelle e generi di prima necessità che aumentano di prezzo di settimana in settimana. Chi vive con uno stipendio fisso comincia a chiedersi come farà a scaldarsi quest’inverno e da cosa cominciare per tagliare le spese, perché tutto è aumentato nel giro di pochi mesi, in qualche caso anche raddoppiato o triplicato e la busta paga spesso non basta più, specialmente quando in casa ce n’è una sola. È il caso ad esempio di Nicola Balducci, operaio metalmeccanico della Ricciarelli di Sant’Agostino, un’azienda che produce le macchine che servono per il confezionamento della pasta, quindi sacchetti e quant’altro. Nicola, insieme ai suoi colleghi di fabbrica e ai dipendenti della Niccolai Trafile, altra azienda di Sant’Agostino, che a sua volta produce appunto le trafile per fare i diversi formati di pasta, ha aderito ieri allo sciopero di mezz’ora, dalle 13.30 alle 14, con presidio davanti alle due aziende pistoiesi, promosso dalla Fiom Cgil.
"L’utima bolletta per l’elettricità che mi è arrivata pochi giorni fa – racconta – è raddoppiata. La mia compagna è disoccupata, anche se laureata, sono padre di una bimba di sei mesi e mi sono ritrovato con la bolletta elettrica che da giugno ad agosto è passata da 50 a 110 euro. E se la bolletta del gas subirà lo stesso aumento non so proprio come farò a pagarla, perché il mio stipendio non è raddoppiato, anzi il valore d’acquisto è fortemente diminuito, considerando anche che queste uscite in una famiglia non sono le sole ma c’è tutto il resto, dalle spese alimentari al vestiario e poi la casa, una bimba piccola e gli imprevisti da fronteggiare".
"Aumenta tutto, tranne lo stipendio – commenta amareggiato Emanuele Maestripieri, dipendente della Niccolai Trafile e componente della Rsu – Noi non possiamo fare altro che subire tutto questo, perché riceviamo la busta paga già tassata e purtroppo non abbiamo alcuna tutela da parte di chi ci governa. Per questo vogliamo sensibilizzare la collettività e le istituzioni verso una situazione che è diventata insostenibile e si ripercuote proprio sui più deboli, ovvero i lavoratori dipendenti".
"Ci sentiamo in difficoltà – afferma Luca Boschi, dipendente della ditta Niccolai – perché ci rendiamo conto che ogni giorno le spese aumentano, dall’essenziale, come l’alimentare, ai servizi, la benzina, l’elettricità e il metano. Tutte cose di cui non è possibile fare a meno. Vedremo con l’inverno cosa accadrà, ma la preoccupazione è tanta. Il rischio è di dover tagliare spese come il riscaldamento".
"L’effetto degli aumenti dei generi di prima necessità e dell’energia elettrica noi lo registriamo prima della fine del mese – dice Massimo Querci, altro dipendente metalmeccanico – perché i soldi finiscono prima, già alla terza settimana. Il nostro putroppo è tra i paesi europei dove gli stipendi sono più bassi e questo tsunami di rincari ci sta mettendo a terra. I costi dell’energia influiscono in maniera esagerata in una famiglia ma, come hanno detto anche i miei colleghi, non sono i soli, ci sono i trasporti e tutto il resto. Ai giovani, che hanno stipendi più bassi dei nostri, va ancora peggio".
"Io prima di questi rincari – aggiunge Salvatore Fabiano – di corrente elettrica pagavo circa 80 euro a bolletta, ora siamo a 115".
"Noi dipendenti – conclude Massimo Murgia – al contrario di altri, come gli artigiani o le imprese, che possono rivalersi sul cliente finale, praticando loro stessi degli aumenti, possiamo solo cercare di spendere meno, ma adesso abbiamo già raschiato il barile. La situazione è sempre più difficile per chi ha uno stipendio fisso".
Patrizio Ceccarelli