
Botte davanti ai figli e foto intime della madre su un sito di scambisti. Cinque anni di carcere
Si è concluso nei giorni scorsi un processo per maltrattamenti che ha visto la condanna di un quarantenne impiegato pistoiese a cinque anni di reclusione con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, una provvisionale di diecimila euro nei confronti della vittima, la compagna e madre dei suoi figli minori, nonchè la condanna alle spese di parte civile. Uno di quei tanti casi che si annidano nel silenzio delle mura domestiche e che esplodono all’improvviso con la denuncia e sul quale si è fatta luce in tempi piuttosto rapidi anche grazie alle recenti evoluzioni normative. Madre e figli sono stati subito inseriti in un programma di protezione e non vivono più nella nostra provincia.
Questa la sintesi giudiziaria di una vicenda che nasce in uno dei tanti paesi pistoiesi e dove, in diverse occasioni, nel corso del 2021, ma anche durante l’anno precedente, la donna sarebbe stata picchiata, anche davanti ai figli piccoli, in un contesto di maltrattamenti psicologici, oltre a quelli fisici in cui erano state riportate anche lesioni.
Maltrattamenti aggravati dal fatto che i bambini assistevano alle percosse inflitte alla loro mamma in più occasioni.
Alla denuncia alle autorità, in questo caso ai carabinieri della comunità dove la famiglia risiedeva, è stata presentata quando la donna ha raggiunto il picco del dolore e della esasperazione e soprattutto quando è riuscita a superare la paura delle ritorsioni da parte del compagno. E questo è avvenuto nel luglio del 2022 quando si è verificato un episodio di violenza ancora più grave dei precedenti. Ma a gettare la prima luce su questo inferno erano stati proprio i bambini che avevano detto qualcosa a scuola, alle loro insegnanti.
Le indagini dell’Arma sono state dirette dal sostituto procuratore della Repubblica Claudio Curreli. L’uomo fu posto agli arresti domiciliari nel novembre del 2022 e vi si trova tuttora. La donna si era rivolta anche al centro antiviolenza.
Ma nel corso delle indagini è emerso anche un episodio di "revenge porn", ovvero la diffusione di immagini intime senza il consenso della donna. Le immagini erano state diffuse su un sito internet per scambi sessuali.
In tutta questa vicenda la donna, che si era costituita parte civile nel processo, è stata assistita dall’avvocato Sabrina Contrucci del foro di Pistoia che ha avviato anche la procedura civile per l’affidamento dei minori e il mantenimento. Un percorso lungo che ha portato alla fine alla perdita della potestà genitoriale paterna e al "no" agli incontri protetti e che ha visto fin da subito il coinvolgimento del tribunale per i minori di Firenze.
L’uomo – come ci ha spiegato l’avvocato Contrucci (nella foto in alto a destra) –, non si è mai riconosciuto come maltrattante e non ha accettato i percorsi psicologici previsti dal tribunale.
Nel corso del processo di primo grado sono state ascoltate tante testimonianze.
La sentenza è stata pronunciata dai giudici del collegio presieduto da Alessandro Buzzegoli (a latere Paolo Fontana e Alessandro Azzaroli) e le motivazioni che hanno portato alla condanna dell’imputato saranno rese note fra sessanta giorni.
La sentenza è andata oltre la richiesta della pubblica accusa. Il pm Curreli aveva infatti chiesto quattro anni di reclusione.
l.a.