Pistoia, 17 luglio 2024 – Che il nome dei Bryant fosse legato a Cireglio non è certo notizia di oggi. Lo si sapeva bene. E allora non c’è da stupirsi se chi vive lassù afferma che quella di ieri non è stata affatto una giornata come le altre. Quando si è appreso della scomparsa di Joe Bryant, è come se il paesino della Montagna Pistoiese immerso nel verde avesse perso uno di famiglia. In tanti, che hanno conosciuto o semplicemente visto da lontano il compianto cestista statunitense, è rimasto toccato nel profondo. Un po’ come era accaduto nel gennaio 2020, quando a venire meno - perché vittima di un incidente aereo - era stato il figlio Kobe.
Joe, insieme alla sua famiglia (i tre figli e la moglie Pamela), aveva scelto Cireglio come casa durante la sua esperienza a Pistoia, dal 1987 al 1989. L’aveva scelta perché rifugio sicuro, lontano da occhi indiscreti: una sorta di oasi felice dove potersi godere appieno e in tranquillità i suoi cari. Chi fatica a trovare le parole per commentare la morte di Joe è Alessia Pierattini, residente proprio a Cireglio e amica della famiglia Bryant, tanto da veder crescere da vicino Kobe e fargli da babysitter. "Sono rimasta scioccata. Quando l’ho scoperto stavo parlando proprio della famiglia Bryant con un’amica. Quasi come se fosse un segno del destino…La prima cosa che mi viene da dire è che Joe può ricongiungersi in cielo con il figlio Kobe. Per il resto, è una notizia che mi rattrista davvero tanto, perché parliamo di una persona speciale". E non solo perché stella della pallacanestro.
"Assolutamente. La qualità che ho avuto modo di apprezzare più in lui durante la sua permanenza a Pistoia è stata l’umiltà: sia Joe che la moglie Pamela avevano la possibilità di comportarsi e atteggiarsi da vip. E invece, tutto il contrario. Non a caso hanno optato per Cireglio come posto dove vivere, nonostante avessero anche altre soluzioni". Eloquente in questo senso l’aneddoto raccontato da Alessia. "Non appena arrivato a Cireglio, Joe è andato nella macelleria di mio padre. Si è instaurata subito una bella amicizia, sia con lui che con Pamela. Ogni tanto ci sentivamo ancora: dopo la morte di Kobe ho mandato loro le condoglianze, con il massimo rispetto. Sono sicura che per Cireglio la scomparsa di Joe rappresenti una notizia altrettanto dolorosa come quella di quattro anni fa, quando poi si è deciso di dedicare il campetto da basket a Kobe".
Francesco Bocchini