Pistoia, 14 febbraio 2021 - Immagina di essere un foglio bianco tutto da scrivere, così come molti adolescenti. Immagina di indirizzare a quel foglio bianco parole che hanno la forza di un cazzotto, capaci, quel foglio, di accartocciarlo. Poi ecco che all’improvviso, offesa dopo offesa, capisci di aver esagerato e vorresti tornare indietro, chiedere scusa, dispiegare quel pezzo di carta, quel ragazzo; pensi di voler ricucire, ma quel foglio ormai non è più lo stesso: "Le tue scuse non avranno mai il peso delle parole che hai detto". Faccia pulita davanti al cellulare, Tik Tok acceso che registra: ci mette soprattutto la pancia e l’emozione a parlare di bullismo Brian Signorini, 17 anni, che con un video essenziale di poco più di un minuto, ma d’impatto enorme, ha totalizzato qualcosa come oltre cinque milioni di condivisioni più un fiume di visualizzazioni che lo hanno proiettato alla ribalta dei social. Sono passati due mesi da quel video e ancora oggi Brian raccoglie i frutti di un messaggio di straordinaria efficacia che ha colpito anche chi, nell’ambito della lotta al bullismo e cyberbullismo, opera da anni. È il caso della onlus milanese Farexbene che lo ha scelto come testimonial in occasione del Safer Internet Day 2021 dello scorso 9 febbraio e della cooperativa Time4child che lo ha fortemente voluto tra le voci del webinar promosso anche questo nella giornata mondiale dedicata all’uso positivo di Internet. Un’eco impensabile, come conferma anche lui, da San Marcello oggi a Bexhill, East Sussex, dove sta frequentando gli studi con residenza in una famiglia del posto, dove resterà fino a giugno.
«Mai avrei pensato a una risonanza del genere – dice il ragazzo che a Pistoia frequenta il liceo scientifico –, io avevo solo bisogno di parlare a nome di tutte le persone che hanno subito episodi di bullismo. Troppo spesso sono venuto in contatto con coetanei che in classe o in altre situazioni di socialità hanno ricevuto offese, gesti, parole violente. Non è nella mia natura stare zitto o fare finta di nulla, ho dovuto esternare questo disagio".
Tik Tok è apparso da subito il mezzo più adatto a lanciare il messaggio: facile nell’uso, virale nella diffusione, immediato nel concetto. Uno strumento però, come ci insegna troppo spesso l’attualità, capace di essere una lama tagliente e allo stesso tempo un amplificatore di messaggi sani e positivi. «Quando si apre un account e si utilizza il social, come tutte le cose della vita, si può scegliere se usarlo bene o usarlo male. Siamo noi a decidere in che direzione andare". Da quasi un anno su Tik Tok, in ogni video che realizza Brian si fa portavoce della sua generazione, rifugge le etichette, chiede rispetto per il diverso, ricorda alla platea che le parole sanno essere pugnali ma anche carezze. Un invito leggero ma di straordinaria potenza alla consapevolezza, alla convivenza civile, all’umanità insomma.
«L’idea di affrontare il tema del bullismo attraverso il parallelismo col foglio di carta è nata per caso – spiega ancora –. Ne volevo parlare e sapevo che avrei dovuto farlo con qualcosa di visivo. Quando a scuola gli esperti vengono per parlare di queste tematiche lo fanno con fiumi di parole che però restano tali e non riescono bene a rendere il concetto. Ecco, io ho voluto dare forma e immagine alle parole stesse. Non c’è premeditazione in nessun video, nessun teatro, non è nei miei intenti. Penso, rifletto e vado, di pancia. Se non facessi così il senso e l’immediatezza si perderebbero". Pur non essendo mai stato vittima di bullismo, ha voluto comunque vestirne i panni e così combatterlo: "Ai miei coetanei che abbiano subito episodi di questo tipo voglio solo dire di aprirsi, parlarne. Sentirsi soli è quanto di più brutto possa accadere".
«Non possiamo che essere orgogliosi del nostro ragazzo – dice mamma Debora –. Quel che abbiamo sempre cercato di insegnargli è la libertà. Libertà di scegliere tutto ciò che lo rendesse felice e mettersi in gioco sempre, distinguendo ciò che è sano da ciò che non lo è".