
L’opera realizzata dagli studenti. della Melani nella loro scuola
Come studenti della scuola secondaria di I grado di Montale abbiamo deciso di approfondire un tema caro al nostro territorio: il cammino di San Jacopo. Abbiamo intervistato due pellegrini, Letizia e Paolo, che hanno descritto i cammini fatti come un’esperienza unica e da rifare. Con Letizia ci siamo concentrati sulla sua esperienza di pellegrina, con Paolo sulla percezione del cammino e dei pellegrini nel territorio. Letizia, persona molto credente, ha intrapreso questi cammini sia come una sfida fisica sia come un’esperienza di crescita spirituale per entrare in contatto con la propria essenza più intima. Letizia ha parlato anche dell’importanza per lei della credenziale, documento del pellegrino su cui raccogliere i timbri: è un ricordo del percorso, simbolo di ciò che si è vissuto e imparato lungo la strada e documento per ottenere la Compostela. Molto interessante la descrizione appassionata dello zaino che porta con sé durante i cammini, fondamentale per il viaggio, che deve essere il più leggero possibile. Tra gli oggetti essenziali che non mancano mai ci sono l’acqua, il sacco a pelo, vestiti comodi come magliette e pantaloni e shampoo solido, un prodotto pratico ed ecologico.
È stato un momento di riflessione, in cui abbiamo potuto confrontarci con lei sui vari cammini esistenti, sulle difficoltà e sulle soddisfazioni che si provano percorrendo queste strade. Tanti sono gli spunti di riflessione, non solo su come affrontare un viaggio fisico, ma anche su come vivere con maggiore consapevolezza ogni passo della nostra esistenza. Abbiamo intervistato anche Paolo, che ha percorso diversi cammini di Santiago e che si è preso cura a lungo di quello di San Jacopo, posizionando le indicazioni per renderle visibili ai pellegrini o rendendo alcuni tratti puliti e percorribili. Paolo ci ha raccontato che nel tempo il cammino è diventato più fattibile grazie agli abitanti lungo il percorso o nei dintorni, che mettono a disposizione la loro gentilezza verso i pellegrini offrendo quello che hanno: acqua, frutta, pasti caldi, addirittura delle camere. Coloro che aiutano i viandanti anche solo con un "Buon Cammino" e mostrando gentilezza danno loro la forza di andare avanti. Da questo incontro, abbiamo imparato che il cammino, che non crea differenze ma rende uguali, cambia anche la percezione delle persone e delle parole, perché il pellegrino non è più soltanto "uno sconosciuto", diventa "qualcuno da incontrare" che posso aiutare e da cui posso imparare.