ANDREA NANNINI
Cronaca

Cabina imbrattata dai vandali, i danni ammontano a diecimila euro

Dopo l’imbrattamento di una cabina della funivia Cutigliano Doganaccia è iniziato il conto dei danni che ammontano a circa diecimila...

Così si presentava la cabina della funivia Cutigliano Doganaccia. Quando è stata presa di mira era ferma all’arrivo

Così si presentava la cabina della funivia Cutigliano Doganaccia. Quando è stata presa di mira era ferma all’arrivo

Dopo l’imbrattamento di una cabina della funivia Cutigliano Doganaccia è iniziato il conto dei danni che ammontano a circa diecimila euro, ma cresce anche la preoccupazione. Nei giorni scorsi ignoti vandali hanno riempito di disegni una cabina dell’impianto, con un acronimo di cui non è stato trovato il senso. Graffiti sullo stile di quelli che, con buona frequenza, si vedono nelle vicinanze delle stazioni ferroviarie o sulle vetture dei treni. Memori di fatti più o meno recenti, ci si interroga su cosa abbia mosso i graffitari. Dal punto di vista della sicurezza non c’è stato nessun motivo di preoccupazione, dopo aver effettuato tutte le verifiche, a iniziare dal far viaggiare le cabine senza passeggeri, fino al controllo di tutte le componenti, l’impianto è risultato perfettamente a posto. Da questo ne discende che si possa essere trattato di una bravata, come di un’azione dimostrativa di protesta rivolta non si sa bene a chi o a cosa. Di fatto c’è che non si dormono più sonni tranquilli, anche se i controlli delle forze dell’ordine sono stati intensificati. La cabina danneggiata era ferma all’arrivo della Doganaccia, quindi chi l’ha imbrattata ha avuto il suo daffare a portare vernici e quant’altro in quota, visto che la strada per tornare a valle non ha molte possibilità di cambiare itinerario.

Rimangono comunque da spendere non meno di diecimila euro per la ripulitura e il ripristino della cabina, alla quale dovranno essere cambiati i vetri. Certo il clima che si è creato con le contrapposizioni tra favorevoli e contrari al progettato tronco verso il Corno alle Scale, probabilmente, anche contro la volontà delle scuole di pensiero in campo, non induce serenità, senza richiamare alla memoria quanto accadde agli impianti della Saf nel 2003.

Però non è certo questo il clima che tutti auspicano e le prese di distanza sono già state pressoché unanimi.

Andrea Nannini