
Sembrava tutto pronto per poter tornare ad indossare calzettoni, pantaloncini e maglia del proprio idolo per scendere nuovamente in campo con gli amici a inseguire un pallone nei rettangoli da calcetto. Sembrava, perché verso le 18 di giovedì scorso iniziano a apparire sul web le prime indiscrezioni: "Da lunedì 15 si tornerà a giocare a calcetto". Gli italiani intasano i gruppi di whatsapp con lo screen della notizia, levano la polvere dal borsone e dagli scarpini. Ma alle 22 la doccia fredda: "Il governo frena: calcetto vietato sino al 25 giugno". Un duro colpo per gli appassionati e uno durissimo per chi gestisce campi di calcio a 5. A esprimere il proprio disappunto è Roberto Cipriani, titolare del centro sportivo Il Carbonizzo che sperava di togliere i lucchetti ai cancelli del campo già da domani. "Eravamo pronti e mi stavano già arrivando le prime telefonate per chiedere la disponibilità dei campi – commenta deluso Cipriani –. Avevamo fatto un lavoro ottimo, sanificando tutto e vedevamo la luce in fondo al tunnel. Dopo uno spiraglio però, nuovamente buio totale". Il Carbonizzo dal 21 maggio ha riaperto almeno la pizzeria: "Da tre settimane, ma senza l’incasso dei campi è quasi inutile – prosegue Cipriani – ed è per questo che stiamo valutando l’idea di aprire la pizzeria solo nel weekend finché non ripartirà lo sport. La situazione è critica". Ma la cosa che spaventa di più il titolare del centro sportivo, è l’assoluta mancanza di certezze riguardo la nuova data di apertura: "Nessuno sembra volersi prendere la responsabilità di farci partire. I ragazzi ai giardini giocano a calcetto e noi, che abbiamo campi e spogliatoi sanificati, non possiamo ripartire. Con un periodo privo di certezze come quello che stiamo attraversando, non mi sorprenderei se a pochi giorni dal 25 rimandassero ancora l’apertura".
Situazione poco brillante non solo per chi gestisce le strutture sportive ma anche per chi all’interno di esse organizza tornei e campionati. Lucio Avvanzo e Alex Lunardi – componente della giunta esecutiva nazionale Asi e responsabile regionale settore calcio Asi – parlano di un periodo assurdo per tutto il mondo dello sport: "Non occupandoci solo di calcio, abbiamo visto peggiorare la situazione un po’ in tutti gli sport di base – afferma Avvanzo –. La ripresa della A ha fatto da traino ma gli sport di base ne risentiranno anche in futuro. Un esempio sono le palestre, tanti costi da sostenere ma pochi ingressi. Spero che la situazione migliori in fretta". Lunardi guarda al suo settore con speranza: "Abbiamo già un protocollo pronto con la ripartenza fissata al 25 giugno, aspettiamo le linee guida della Regione. Inoltre, dovremo studiare varie formule per la fine dei campionati dato che non sarà possibile terminarli in maniera regolare con tutte le partite mancanti".
Giacomo Mazzanti