
Carolina Conte tiene in braccio Mia
Abetone Cutigliano (Pistoia), 5 gennaio 2020 - Non è una favola di Natale solo perché è avvenuta nei giorni immediatamente successivi. Ma le carte in regola ce le ha tutte: l’animale che si perde in montagna tra la neve, giorni di angoscia, la speranza ridotta al lumicino. Poi gli ’angeli’, il ritrovamento, la gioia. Protagonista di questa storia è Mia, un chihuahua di un anno e mezzo: un animale abituato fin da piccolo a vivere in casa, a Montecatini. Il giorno di Santo Stefano Mia sale all’Abetone insieme alla padrona, Carolina Conte e alla famiglia.
Scesi dall’Ovovia in cima al monte Gomito, qualcosa la impaurisce: la canina, che è in braccio alla madre di Mia, riesce a liberarsi e fugge verso la Val di Luce. A nulla valgono i tentativi disperati di Carolina e della mamma di richiamarla: in pochi attimi Mia sparisce. Le due donne, però, non si danno per vinte e iniziano a scendere a piedi il monte Gomito nel versante che dà verso la Val di Luce per cercare di recuperare il chihuahua.
Chiedono aiuto al personale della Saf, ai poliziotti in servizio sulle piste, ai finanzieri. Inizia una vera e propria ’caccia al cane’. Nonostante, fino a ora, l’inverno non sia propriamente glaciale, a 1900 metri a fine dicembre il termometro scende diversi gradi sotto lo zero: un ambiente ostile anche per animali ben più ’preparati’ di un chihuahua di un chilo e mezzo. Ma la speranza, si sa, è sempre l’ultima a morire e dalla mattina dopo Carolina torna sul monte Gomito insieme ad amici e volontari per cercare la piccola Mia. "Eravamo disperati – racconta la giovane – e col passare dei giorni avevamo sempre più paura che non l’avremmo più rivista". E invece, nel tardo pomeriggio di Capodanno, succede quello che nessuno si aspettava.
A raccontarlo è Giampiero Danti. "Ero sul gatto della neve a battere la pista Zeno 3. A un certo punto mi sono visto davanti questo canino e ho capito subito che si trattava del chihuahua che si era perso il giorno di Santo Stefano. Sono sceso dal gatto e sono rimasto per un quarto d’ora a due passi da lei per tranquillizzarla e portarla a valle". Missione fallita. "Sì – prosegue Danti mostrando il dito ancora fasciato –: ringhiava e mi teneva a distanza. Quando poi ho cercato di prenderla, ha lasciato partire un morso che mi ha ferito. Sono comunque riuscito in qualche modo a caricarla sul gatto delle nevi e a quel punto ho avvisato la polizia in servizio sulle piste. E’ intervenuto il capo pattuglia, l’ispettore superiore Ruggero Pierconti, che ha preso in custodia la canina e ha cercato di metterla al caldo in una scatola di cartone. "A quel punto – racconta Pierconti – abbiamo avvisato la proprietaria dell’animale che è salita subito all’Abetone per riprendersi l’adorato animale".
«E’ stata un’emozione incredibile – conclude Carolina –. Quando l’ho vista era molto impaurita: l’ho presa in braccio e si è accovacciata. Secondo me è stato un miracolo, il mio miracolo del 2020. Nessuno credeva che Mia sarebbe riuscita a sopravvivere cinque giorni in alta montagna". "Non è facile – conclude Danti – per un animale di quel genere sopravvivere così tanto in un ambiente ostile. Credo che non si sia mai allontanato troppo dal rifugio e che la notte abbia mangiato qualcosa trovata qua e là per terra". La favola di Capodanno è servita.