Pontenuovo (Pistoia), 1 novembre 2024 – “Siamo abbandonati e penalizzati, non è possibile che una comunità sia divisa in due per così tanto tempo e che non si possa fare nulla per ridurre i nostri disagi”. Claudia Vitali e Lorella Signori, residenti al Pontenuovo, una di qua e una di là dal ponte chiuso dal 23 ottobre, esprimono così lo stato d’animo diffuso tra i residenti del Pontenuovo. La rabbia degli abitanti della frazione è accresciuta nel vedere che i lavori vanno a rilento.
Ieri il cantiere era fermo perché nell’attività di demolizione del manto bituminoso, la ditta incaricata ha trovato dei cavi telefonici e altri sottoservizi che è necessario sistemare prima di continuare l’intervento.
«Questi problemi dei sottoservizi dovevano essere previsti prima di iniziare – dicono i residenti – e a questo punto siamo molto preoccupati che i tempi previsti, cioè la conclusione il 20 dicembre, possano non essere rispettati».
L’impossibilità di attraversare il ponte, almeno a piedi, è la principale causa di disagio. Una donna che sta dalla parte est lavora presso tre famiglie nella parte ovest e per raggiungerle deve farsi accompagnare dal marito in auto con un lungo giro. I problemi maggiori sono per chi utilizzava il trasporto pubblico. Dalla parte est, quella dove ci sono le scuole, sono disponibili solo quattro corse di autobus al giorno per andare a Pistoia, due la mattina e due il pomeriggio, e per prendere il bus bisogna fare un lungo tratto a piedi. Dalla parte ovest bisogna recarsi alle Fornaci oppure nella zona di Panorama. «Sono circa due chilometri – dice Claudia Vitali – per andare alle Fornaci, e ci sono persone che hanno difficoltà a camminare e non possono raggiungere le fermate disponibili. Dicono che gli autobus sono troppo grandi per fare inversione in via Sestini vicino al ponte, ma si poteva pensare per tempo a mezzi più piccoli e soprattutto si poteva pianificare la realizzazione di una passerella sul ponte. Intendiamoci – precisa Claudia – noi siamo disposti a subire dei disagi e sappiamo che con lavori come questo sono inevitabili, ma tra non avere nulla come ora e avere qualcosa in termini di servizi, c’è una bella differenza. Dovevano organizzarsi prima per rendere la situazione meno difficile per noi. Anche l’informazione – rileva e conclude Claudia – dev’essere migliore, il cittadino che si trova in una condizione di disagio dev’essere informato e sostenuto. Abbiamo avuto notizia dei lavori solo con un cartello messo qualche giorno prima la data dell’apertura del cantiere». Intanto le macchine che arrivano al ponte dalla parte ovest si infilano nella stradina alternativa, la via San Quirico e poi via Sopra Bure, che è stretta e in parte sterrata.
I residenti hanno piazzato davanti al ponte chiuso un cartello fatto in casa con una freccia che indica quella stradina con la scritta «Pistoia». Quella segnaletica «fai da te» si è resa necessaria perché altrimenti le auto andavano a finire in una vicina traversa che porta in una corte privata. Gli automobilisti che arrivano si fermano a chiedere indicazioni ai residenti che trovano sulla strada. Alcuni tornano indietro per passare da Chiesina Montalese, altri si avventurano in via San Quirico.