DANIELA GORI
Cronaca

Cattedre scoperte . Dirigente davanti al gip. Scuola sotto shock

Il preside Gaggioli interrogato dal giudice a margine di un’indagine della Procura con intercettazioni. Il pm ha chiesto la misura interdittiva. Un’ondata di solidarietà in attesa della decisione del tribunale.

Luca Gaggioli, dirigente scolastico

Luca Gaggioli, dirigente scolastico

E’ comparso ieri mattina davanti al giudice per le indagini preliminari Patrizia Martucci il dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Bonaccorso da Montemagno di Quarrata Luca Gaggioli, che è stato interrogato a lungo a margine di una corposa indagine della Procura di Pistoia diretta dal sostituto procuratore della Repubblica Leonardo De Gaudio e della quale non si conoscono i dettagli. La notizia si è però diffusa ampiamente nel corso della giornata di ieri negli ambienti scolastici quarratini che hanno espresso profonda solidarietà al dirigente scolastico. Per quanto è stato possibile capire l’indagine si sarebbe sviluppata su migliaia di pagine e sarebbe anche corredata da intercettazioni telefoniche e ambientali e, sempre secondo quanto si è potuto apprendere, non sarebbe originata da una querela. Nei confronti del dottor Gaggioli la Procura chiede una misura interdittiva. Ora si attende la decisione del giudice all’esito dell’interrogatorio di ieri. Il dottor Gaggioli in questa vicenda è difeso dall’avvocato Andrea Ferrini del foro di Pistoia. Il motivo per cui il dirigente si è ritrovato a comparire davanti al giudice scaturirebbe dalla volontà di garantire all’apertura dello scorso anno scolastico la presenza del personale docente nelle scuole primarie dell’istituto che dirige.

Luca Gaggioli è un dirigente d’esperienza pluriennale e apprezzato da genitori e personale docente, adesso, come è comprensibile, emotivamente scosso per la situazione in cui suo malgrado si sta trovando. Tutto avrebbe origine nel momemento dell’inizio dell’anno scolastico 2024-2025 in presenza di cattedre scoperte, comprese quelle di insegnanti di sostegno.

Il pasticcio, sempre per quanto è stato possibile ricostruire, sarebbe nato dalla modalità di reclutamento degli insegnanti, che segue un meccanismo complesso: esistono le graduatorie Gps, e poi, solo dopo che sono esaurite, in seconda battuta i dirigenti possono chiamare personale direttamente dalle Mad (messe a disposizione), ossia domande di aspiranti supplenti che hanno dato la propria disponibilità. Secondo un’ordinanza ministeriale non è però possibile chiamare un docente direttamente dalle Mad se questo è iscritto anche nelle Gps.

Il dirigente, come abbiamo appreso, aveva chiesto e ottenuto conferma sia all’ufficio scolastico provinciale, che ai sindacati e anche ai colleghi, che era possibile chiamare i supplenti della primaria con le chiamate dirette, e questo se le Gps a cui erano iscritti fossero di un altro ordine e grado, per esempio degli istituti superiori. Ed è proprio qui che, agli occhi degli inquirenti, sarebbe stata invece riscontrata la presunta irregolarità, ossia nell’aver omesso, nel corpo del contratto stipulato con i supplenti, chiamati direttamente, le modalità con cui la scuola li aveva scelti.

"Il mio assistito – ha commentato l’avvocato Ferrini, da noi interpellato – non mai nemmeno sospettato che tali azioni potessero costituire un illecito, perché le indicazioni dell’ordinanza erano molteplici, e questa era un’interpretazione ricorrente, anche perché non c’erano alternative. Una scelta che è nata dalla sua buona fede e dal desiderio che gli alunni fossero accolti da personale preparato fin dai primi giorni di scuola. Attendiamo con fiducia".

Daniela Gori