REDAZIONE PISTOIA

C’è un caso di meningite. Via alla profilassi a Ramini

E’ stato segnalato all’Asl da don Biancalani, che guida la piccola comunità "Il ragazzo sta meglio e nessun altro ha sintomi. La prevenzione è in corso".

Don Massimo Biancalani durante un incontro pubblico a Ramini

Don Massimo Biancalani durante un incontro pubblico a Ramini

"Un caso di meningite meningococcica in un giovane di 28 anni, ospite di una comunità di accoglienza di Pistoia, è stato notificato ieri mattina. Il medico reperibile dell’Unità funzionale di igiene pubblica Pistoia dell’Azienda Usl Toscana centro, e le assistenti sanitarie, hanno avviato tempestivamente l’inchiesta epidemiologica insieme alle strategie di profilassi dei conviventi e dei contatti del giovane. Il giovane è attualmente ricoverato al San Jacopo di Pistoia e sottoposto a terapia farmacologica. Da ieri mattina non ha febbre e le sue condizioni cliniche sono in via di miglioramento". Questa la nota diffusa ieri pomeriggio dall’azienda sanitaria mentre è in corso la ricostruzione dei contatti avuti dal giovane.

La comunità di accoglienza di cui si parla è quella di Ramini, nei locali parrocchiali che attualmente accolgono meno di trenta giovani richiedenti asilo, e che fa capo a don Massimo Biancalani. La comunità dei migranti che vivono nella canonica di Ramini, è costituita da giovani che lavorano stabilmente, in più realtà di Pistoia e dintorni, e che sono in attesa di una sistemazione abitativa migliore. Il caso è stato segnalato all’Asl dallo stesso parrocco, che abbiamo interpellato di ieri pomeriggio.

"Quel ragazzo aveva la febbre da due giorni e in base agli accordi che abbiamo preso con la Asl – ci ha spiegato don Massimo –, dopo i casi di Tbc che si sono verificati in passato, quando ci sono febbre e tosse insistente li mandiamo subito al pronto soccorso. Stamani alle nove (ieri mattina), mi hanno chiamato dall’Asl e ci siamo subito organizzati per fare la profilassi. I ragazzi, che in questo momento sono venticinque, e le varie persone che gravitano intorno a loro, devono prendere le pasticche di antibiotico. Nessun altro ha sintomi. Stanno tutti bene".

"Quella di Ramini – ci ha spiegato ancora don Massimo – è una comunità che fa capo a me e ai volontari, è una realtà più autonoma rispetto a Vicofaro, dove l’accoglienza è più di strada. Qui lavorano tutti e sono in attesa di una casa, e a Ramini si spostano i ragazzi di Vicofaro che via via raggiungono una stabilità lavorativa. Quando si sentono male sanno che mi devono avvisare.

"Il clima a Ramini è tranquillo – conclude don Biancalani –, quando si è di fronte alle malattie e ai controlli da fare c’è sempre da fare i conti con la loro barriera culturale, ma sono stati molto collaborativi e hanno accettato subito di fare la profilassi".