
Dieci persone nel mirino della Procura: sono state pedinate e riprese mentre abbandonavano i sacchi. Una organizzazione che gestiva la filiera del traffico illecito per non pagare le spese di smaltimento. .
Utilizzavano la presenza lungo le strade dei rifiuti prodotti dall’alluvione per disfarsi abusivamente di sacchi neri contenenti scarti tessili. E’ solo uno degli atti illeciti di cui sono accusate dieci persone e tre aziende tessili gestite da italiani e da cinesi delle province di Pistoia, Prato e Napoli alle quali, lunedì scorso, sono stati notificati gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari da parte dei Carabinieri del Gruppo per la Tutela dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di Roma, unitamente ai Carabinieri dei Comandi Provinciali territorialmente competenti. E’ emersa una struttura organizzativa che gestiva una vera e propria filiera del traffico illecito dei rifiuti.
Le dieci persone indagate sono ritenute responsabili, a vario titolo, del reato di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, gestione illecita di rifiuti e realizzazione di discarica abusiva, mentre le tre aziende sono chiamate in causa per rispondere della responsabilità amministrativa derivante dai reati commessi da soggetti che rivestono posizioni apicali nell’ambito delle società gestite da taluni degli indagati.
Il provvedimento di conclusione indagini è stato emesso dalla Procuratore della Repubblica di Firenze-Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Firenze ed è relativo a numerose condotte illecite documentate nel corso di una complessa attività investigativa condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (Noe) di Firenze, che ha avuto inizio a febbraio del 2023.
L’indagine, volta a contrastare il fenomeno dell’abbandono di rifiuti speciali pericolosi è stata condotta dai militari dell’Arma di Pistoia e Prato, dagli investigatori del Noe, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimagia e Antiterrorismo di Firenze, con il rinvenimento e sequestro di sacchi neri abbandonati e il monitoraggio degli indagati tramite pedinamenti, video riprese e l’ausilio di attività tecniche. Partendo dal centro nevralgico delle attività illecite di Montemurlo e Prato, sono stati quindi coinvolti i comuni di Quarrata, Serravalle Pistoiese, Pistoia e la stessa città di Prato, dove sono stati individuati i siti di produzione e abbandono degli ingenti quantitativi di rifiuti.
L’organizzazione criminale è risultata composta per lo più da soggetti di origine campana stabilmente residenti o domiciliati nelle province di Pistoia, Prato.
I rifiuti speciali, della tipologia Eer191208 (prodotti tessili), Eer200110 (abbigliamento), Eer 040222 (rifiuti da fibre tessili lavorate), venivano trasportati e smaltiti abusivamente in terreni o capannoni industriali occupati abusivamente. Lo scopo era realizzare un ingiusto profitto evitando le spese di un corretto smaltimento.
Si trattava – come hanno spiegato gli inquirenti nella nota diffusa nella giornata di ieri –, di una vera e propria filiera comprendente le fasi di consegna, ricezione, trasporto e smaltimento abusivo che ha gestito nel complesso cento tonnellate di rifiuti. Le indagini effettuate dai carabinieri del Noe di Firenze hanno scoperto i meccanismi dei traffici, consistenti in una falsa documentazione su inesistenti società utilizzate per noleggiare mezzi per il trasporto, nell’individuazione di capannoni in disuso occupati all’insaputa dei proprietari dove poi abbandonavano i rifiuti, nel trasporto con camion talvolta preceduti da una "staffetta" per evitare i controlli.
Episodi di abbandono di diverse tonnellate sono stati rilevati in via Panconi, via Forra Castelnuovo nel Comune di Serravalle Pistoiese, via Gradi e gli argini del torrente "Stella" del Comune di Quarrata, via Lodz, via Kemnitz, via Compostino di Santa Maria a Colonica e via Traversa Maiano del Comune di Prato.
Giacomo Bini