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Che bordate al sindaco: "Non si è quasi mai visto"
Continua lo scontro a distanza tra l’Us Pistoiese 1921 e l’Amministrazione comunale. Da una parte il sindaco, Alessandro Tomasi, che nei giorni scorsi era stato tranchant nei confronti dell’attuale proprietà: "Il punto più basso in 102 anni di storia", aveva dichiarato. Dall’altra il ’patron’ arancione Maurizio De Simone, che in conferenza stampa non le ha mandate a dire nei confronti del Comune: "È stato fatto tanto clamore per un debito di seimila euro – ha contrattaccato – in ogni caso adesso abbiamo onorato le rate del piano di rientro e le altre fatture pendenti". Il club, infatti, ha recentemente comunicato di aver"regolarizzato i i pagamenti delle fatture intesta al Comune di Pistoia e saldati gli ultimi due bollettini, annualità 2023, inerenti la rateizzazione in corso della stagione sportiva 2021/22".
Finita qui? Macché. "Con il sindaco avrò parlato una volta e mezzo in due anni, non mi pare una cosa normale – ha proseguito De Simone –. Eppure a livello infrastrutturale la situazione è disastrosa: giochiamo su un campo indegno, non è nostra competenza sistemarlo. Quanto alla convenzione per la gestione dello stadio – ha aggiunto – non l’avremmo mai firmata, perché non è altro che uno scarica barile. Così non si può andare avanti: siamo gli ultimi baluardi del calcio a Pistoia, eppure qualcuno si permette di invitare le forze imprenditoriali a non avvicinarsi al club".
Incalzato sulle dichiarazioni fatte da Tomasi, De Simone ha replicato: "Io credo che il punto più basso della storia di una società sia il fallimento. Noi stiamo facendo quello che è necessario per evitarlo. Alla comunità diamo tanto – ha proseguito – ma dal Comune riceviamo zero. E visto che hanno a cuore i soldi dei cittadini, ci dicano cosa fanno con quelli che versiamo noi. Perché gli impianti che frequentiamo sono in condizioni pessime". E ancora: "Se fosse vero lo 0,5% di quello che dicono su di me, non sarei qua: ricordo a tutti che sono incensurato. Non sarò un santo, del resto nessuno lo è – ha concluso De Simone – ma neppure un mostro come vengo dipinto".