Sono state quasi cinquecento le persone che hanno raggiunto il Lago Scaffaiolo per ribadire il loro no alla costruzione di una funivia che divide in due la popolazione della Montagna. Mentre da una parte si considera strategica l’infrastruttura che da La Doganaccia raggiungerebbe il Corno alle Scale, dall’altra invece è vista come una spesa tra l’inutile e il devastante per la porzione di territorio interessata, che riguarda sia la Toscana che l’Emilia Romagna. La Regione Toscana ha a disposizione una quindicina di milioni per la realizzazione, 10 sono stati aggiunti recentemente ai 5 che sarebbe costata quando si iniziò a parlare della sua realizzazione. Per non ingenerare malintesi è giusto precisare che niente a che vedere con il ripristino della vecchia Doganaccia - Croce Arcana struttura preesistente che verrebbe ripristinata con circa un milione e 600mila euro e sulla quale non ci sono contestazioni. La giornata si è animata fin dal mattino quando la carovana composta da circa 400 persone armate di striscioni e cartelli che hanno formato una colonna impressionante per la sua lunghezza, provenienti da tutta la Toscana, hanno raggiunto la Croce Arcana dove, dopo aver sostato, sono ripartite per raggiungere il Lago Scaffaiolo per congiungersi con un centinaio di persone provenienti dall’Emilia, attorno all’ora di pranzo. Dopo aver consumato il pasto, chi al Rifugio e chi al sacco, i manifestanti hanno simbolicamente abbracciato il Lago formando un grande anello. Notevole la presenza delle associazioni: da Legambiente, Amici del Padule di Fucecchio Wwf Prato, Il sole per tutti, Trekking Italia, Un altro Appennino è possibile, Italia Nostra Valdinievole e Firenze, le Sezioni del Club Alpino di Maresca, Pistoia, Prato, Firenze, Scandicci, Pescia, Livorno e Barga, Tutela Ambiente Montano, Lipu e Sinistra Civica Ecologista, tutte unite dalle parole d’ordine del rispetto dell’ambiente, della valorizzazione delle risorse esistenti, della tutela e del sostegno alla popolazione e dal no alla costruzione di una funivia che, nella migliore delle ipotesi, danneggerebbe l’ambiente.
Andrea Nannini