LINDA MEONI
Cronaca

Climate fiction days. La crisi climatica raccontata a fumetti: "Occorre mobilitarsi"

"La grande rimozione" di Roberto Grossi, il 23 marzo alla San Giorgio "Serve un vero movimento planetario. E i giovani non possono bastare".

"La grande rimozione" di Roberto Grossi, il 23 marzo alla San Giorgio "Serve un vero movimento planetario. E i giovani non possono bastare".

"La grande rimozione" di Roberto Grossi, il 23 marzo alla San Giorgio "Serve un vero movimento planetario. E i giovani non possono bastare".

PISTOIA Schizofrenici, talvolta negazionisti. Ma peggio di tutto poco o niente consapevoli. Al punto che del disastro climatico ci rassegniamo ad esserne indifferenti spettatori. Brutta faccenda se gli scenari puntano dritti all’irreversibile. La penna e la matita sono di Roberto Grossi, il risultato si chiama "La grande rimozione" (Coconino Press, 2024) racconto a fumetti di una storia senza età: la crisi climatica, una minaccia che ci vive accanto e che fingiamo di non vedere. Architetto e illustratore per riviste e quotidiani (Il Manifesto, Liberazione, Domani, B Comics, Film Tv), Grossi il 23 marzo alle 12 alla San Giorgio sarà una delle voci del festival Climate Fiction Days (info su climatefictiondays.it).

Com’è nato questo lavoro? "Sono nati prima i disegni, muti. Pensavo di realizzare un instant book, un libro sull’argomento affidato alle sole immagini. Ma andando avanti mi sono reso conto che eliminare la parte testuale era impossibile. Ha richiesto tempo far convivere l’idea iniziale con la volontà di fare informazione. Nessuna lezioncina, volevo solo rivolgermi ai negazionisti. Mi sembravano il problema maggiore. Poi ho capito che tutti siamo molto poco consapevoli". Perché non ci sono personaggi nella storia e perché ha inserito suoi ricordi? "Ho pensato che un racconto personale avrebbe potuto creare empatia col lettore. Un modo per dire: ‘Guarda cosa ho visto coi miei occhi’. Zero personaggi? Non proprio. Ci sono tante voci. Nella mia testa rappresentano la nostra schizofrenia: il giornalista che dissimula e cerca di distogliere l’attenzione, lo scienziato che cerca di essere capito. Voci che potrebbero essere le nostre".

‘La grande rimozione’ ha le sembianze di un atto d’accusa… "C’è un tema di cui non parla nessuno. Si pensa sempre a colpevolizzare il consumatore medio. Nessuno che punti il dito verso i super ricchi. Dovremmo abolire questa categoria, estremamente pericolosa per il genere umano". A chi parla ‘La grande rimozione’? "Ai giovani, certo, poiché i più colpiti dalla questione. Ma in generale a tutti. Anche perché i giovani da soli non hanno neppure i numeri per farlo: siamo un Paesi sempre più vecchio. È un richiamo alla mobilitazione. Rivolto a tutti".

Che stagione vive il fumetto? "Dagli anni ’80-’90 ha cominciato ad acquistare complessità nelle tematiche. I linguaggi si sono evoluti, si sperimenta. E poi il fumetto ha il vantaggio di essere un medium economico". A proposito di ‘La grande rimozione’ ha detto: "è solo un fumetto. Ma è quello che so fare, ed è qualcosa. Facciamo tutti qualcosa". Qual è l’invito? "Ancora una volta: mobilitazione. Servirebbero manifestazioni come quelle di tanti anni fa, un movimento planetario, come furono i No global. Quella è stata una grossa occasione mancata. Quello era il momento giusto per correre ai ripari in tempo".

"E così mentre il mondo brucia, accendiamo fuochi" si legge nel fumetto. La rimozione non riguarda solo il clima... "Trovo incredibile come l’Europa che fino a poco tempo fa si candidava a paladina della transizione ecologica oggi si dica pronta in cinque minuti a indossare l’elmetto. Non riesco a credere che possa scatenarsi una guerra di terra".

linda meoni