Morto ad Agliana, il ricordo: "Collaboratore affidabile. Molto legato alla figlia"

Il titolare della ditta dove la vittima ha lavorato tutta la vita: "Siamo sotto choc"

"Collaboratore affidabile. Molto legato alla figlia"

"Collaboratore affidabile. Molto legato alla figlia"

Agliana, 9 gennaio 2024 – "Il collaboratore di una vita, una persona affidabile, perbene. Lavorava con noi da quando aveva finito la scuola. Si può immaginare come abbiamo preso la notizia". E’ sconvolto Lorenzo Becagli, titolare della "Microtex", azienda del settore tessile, di via Edison a Prato, dove Alessio Cini, il 57enne trovato morto semi carbonizzato ad Agliana, ha lavorato tutta la vita. La notizia della sua morte è arrivata in azienda ieri mattina come un fulmine a ciel sereno.

"Lo abbiamo saputo dal fratello – ha aggiunto Becagli – Ci ha chiamato per informarci. Mi sembra tanto strano che si possa trattare di un gesto volontario. Era attaccatissimo alla figlia, anche solo per lei non credo che lo avrebbe mai fatto. Le circostanze dovranno essere chiarite, si che indaga la magistratura". L’azienda è rimasta chiusa per tutte le vacanze natalizie e ieri mattina era il giorno della ripartenza. "Sembra a tutti così strano che lui non sia qui con noi – prosegue Becagli – Era un tecnico che stava in magazzino. C’era sempre, a tutte le ore quando c’era bisogno lui. Serio e affidabile, era la persona su cui potevi sempre contare. Era qui da una vita e svolgeva il suo lavoro con passione e responsabilità. Addirittura, mi chiese se poteva venire in magazzino il 27 e 28 dicembre perché doveva finire di mettere a posto alcune cose. Questo per dire come era, come era attaccato al suo lavoro e come ci teneva a farlo bene".

Becagli ricorda la cena aziendale che si è svolta prima di Natale. "L’abbiamo fatta in un ristorante nella zona di ponte dei Bini dove abitava – spiega – Lo conoscevano tutti, si fermava a tutti i tavoli per salutare. Impossibile quello che è accaduto, non ci posso ancora credere". Becagli racconta come Cini avesse dedicato la sua vita agli altri. Era separato dalla moglie da anni, ma si prendeva cura della figlia con cui aveva un legame speciale, e della sorella disabile che abita a Sant’Ippolito a Prato.

"Prima dell’estate aveva perso la mamma – conclude – non aveva comunque perso il sorriso". "Non mi so spiegare cosa possa essere successo, siamo rimasti allibiti – dicono dal circolo di Sant’Ippolito che Cini frequentava da una vita e di cui era stato anche presidente – Sabato era qui a fare colazione, era normale e tranquillo come sempre. Grande tifoso del Prato e amante del ciclismo, era stato nella ciclistica del circolo, scherzava con noi. Non abbiamo notato nulla di strano nel suo comportamento. Nessuno se lo sarebbe mai immaginato".

Laura Natoli