Il museo che si apre alla città, la città che entra dentro al museo. Una visione precisa che fa da faro guida all’istituzione museo stessa, sempre meno "istituzione" sempre più "casa della gente" in un dialogo reciproco che trova espressione perfetta nel nuovo appuntamento espositivo promosso dalla Fondazione Pistoia Musei, "In fabula-Capolavori restaurati della collezione Bigongiari", da oggi aperta al pubblico all’Antico Palazzo dei Vescovi (fino al 25 settembre), curata da Monica Preti e da Alessio Bertini. Eroine e sante, giovani uomini e personaggi biblici animano un prezioso patrimonio appena restaurato, oggetto della mostra, un totale di dieci dipinti appartenuti alla collezione del poeta Piero Bigongiari conservate fino alla sua morte nell’abitazione fiorentina, poi donate dalla vedova alla Cassa di risparmio di Pistoia e Pescia (ora Intesa San Paolo) e dal 2019 concesse in comodato alla Fondazione Caript.
Quel che la collezione rappresenta anche nel resto dei dipinti rimasti "in cantina" (la collezione ne conta in totale 45) straordinari per qualità, importanza degli artisti e interesse dei temi trattati, è uno spaccato esemplare della pittura fiorentina del Seicento, troppo spesso considerata decadente epilogo del Rinascimento, ma in realtà espressione di un momento di grande valore e raffinatezza. I dieci dipinti in mostra suddivisi in nove sale: "Selezionati tra i tanti – come spiega la direttrice di Pistoia Musei Monica Preti – più per effettivo stato di deterioramento che imponeva un rapido e risolutivo recupero che per altri motivi", sono stati oggetto di un sofisticato restauro condotto da Marina Vincenti e Lorenzo Conti con la supervisione scientifica di Giorgio Bonsanti che ha permesso in qualche caso di riportare alla luce dettagli inediti. Ma il secondo cuore della mostra risiede nelle relazioni che la curatela ha instaurato con la città, costituendo sei gruppi distinti di "spettAttori" chiamati a rileggere e reinterpretare i dipinti esposti per offrire spunti, suggestioni e significati nuovi. Nel gruppo delle realtà coinvolte la biblioteca San Giorgio, Il Funaro, il liceo artistico Petrocchi, il Caffè Alzheimer, la casa circondariale di Pistoia e alcuni dei dipendenti di Pistoia Musei e della Fondazione Caript.
All’anteprima della mostra ieri erano presenti Lorenzo Zogheri, presidente della Fondazione Caript, a sottolineare: "La volontà dell’ente di collaborare con altre realtà" così come questo appuntamento testimonia, e Michele Coppola, executive director arte, cultura e beni storici per Intesa San Paolo che ha applaudito l’ente bancario pistoiese e la sua appendice museale quale: "Esempio di coraggio, un modello a cui guardare". "Il museo ha una funzione sociale, ma mai caritatevole – ha aggiunto Bertini –. Occorre l’ascolto, lo stare tra la gente, spingere per trasformare la società e insieme dare l’impulso anche a una trasformazione interna".
"Questo primo momento – ha concluso Preti – mi auguro sia nient’altro che il via a studi e progetti futuri attorno alla restante parte della collezione Bigongiari".
linda meoni