L’attuale stagione di raccolta delle patate è seriamente minacciata. Non bastavano le ‘arature’ di cinghiali e di altri animali selvatici. "I campi di patate della montagna pistoiese daranno ben poche soddisfazioni ai piccoli produttori del pregiato tubero bianco (varietà tipica montanina, detta la patata del Melo)",dice Coldiretti che lancia l’allarme per questo prodotto importante per l’agricoltura della zona. Ogni anno venivano raccolti oltre 300 quintali destinati alla commercializzazione di questa patata – tipica la sua alta concentrazione di fosforo – principalmente nella sua zona di produzione dove è tradizione consumarla regolarmente..
Ma cosa sta succedendo? Le alte temperature e la mancanza di piogge, non piove da giugno, hanno praticamente dimezzato la produzione -spiega Coldiretti Pistoia-, togliendo reddito alle aziende agricole che operano nelle zone più difficili, come quelle montane. Siamo al paradosso: anche ai tanti produttori di patate che operano ad oltre mille metri di quota, l’eccesso delle temperature pregiudica la produzione agricola". Le aziende confermano questo quadro di difficoltà.
"Abbiamo passato anni a limitare i danni recintando i campi con chilometri di reti elettrosaldate, ma contro le temperature costantemente alte non sappiamo cosa fare – spiega Sonia Vellutini, dell’azienda I Piani – che ha perso i tre quarti della produzione".
I danni per le aziende non sono solo la minor quantità di patate prodotte, a pesare sui bilanci sono anche "le tante ore di lavoro impiegate a preparare il terreno per la semina, per le altre lavorazioni ed il gasolio utilizzato – specifica Daniela Pagliai, dell’Agriturismo I Taufi-. Noi avevamo seminato 75 quintali di patate, ma rispetto al raccolto previsto raccoglieremo molto meno di quanto seminato, con un crollo dell’80% rispetto alla resa normale".
"Nonostante gli adeguamenti alle continue novità, dal clima all’eccesso di fauna selvatica, per gli agricoltori della montagna ogni anno c’è una nuova piaga – aggiunge Giuseppe Corsini, dell’Agriturismo Le Roncacce e presidente provinciale di Terranostra, l’associazione che promuove gli agriturismi della rete Coldiretti-Campagna Amica – . Abbiamo dovuto seminare tardi, per le tante continue giornate di pioggia di aprile-maggio. Poi non si è più vista acqua ed il risultato è devastante. Stimiamo il calo produttivo nell’80%".