
La protesta di lunedì per chiedere che le aziende restino aperte anche in zona rossa
Pistoia, 6bmarzo 2021 - «Un’altra settimana di zona rossa per la nostra provincia, un’altra conferma dell’inefficacia del nostro sistema nella gestione della pandemia. È indispensabile un cambio di passo, così vengono condannate a morte intere filiere". Sin troppo facile da prevedere: la proroga di limitazioni e divieti fino al 12 marzo compreso non va giù ai commercianti, che pochi giorni fa sono scesi in piazza per chiedere al governo, almeno, tregua fiscale, ristori più consistenti, possibilità di ripartire in sicurezza.
«Si apre la seconda settimana in zona rossa e, purtroppo, potrebbe non essere l’ultima a quanto emerge dai dati – commenta il presidente Confcommercio Pistoia e Prato, Stefano Morandi –. L’intera regione rischia infatti di scivolare nella fascia di emergenza più alta portando così lo stop alle attività pistoiesi per almeno 3 o 4 settimane consecutive. Un disastro dopo un intero anno di chiusure a intermittenza e crescenti limitazioni. È impossibile non concepire la portata dei danni che le decisioni last minute, la mancata prospettiva, lo stop alle attività stanno provocando. Dopo un anno dall’inizio dell’emergenza non dovremmo più chiamarla così. Avremmo dovuto imparare a gestire i meccanismi innescati dalla pandemia, prevenire e mettere in atto i protocolli, già esistenti, per far lavorare le imprese. Invece ci troviamo ad assistere all’incapacità di mettere a punto un piano di vaccini che risulta essenziale per poter ripartire. Torniamo a ribadire quello che abbiamo detto nella manifestazione del primo marzo e quello che chiediamo da un anno: serve un cambiamento nelle modalità di gestione della pandemia, sotto ogni aspetto. O il prezzo da pagare per le imprese e per gli stessi territori – conclude – sarà troppo alto". Del tutto in linea l’idea di casa a Confesercenti, che dispensa critiche ma avanza anche proposte: "Occorre da parte del governo una vera programmazione della gestione pandemica. Gli imprenditori devono avere dei riferimenti certi per salvare le loro imprese. Nell’immediato – si suggerisce dall’associazione presieduta da Pierluigi Lorenzini – sono indispensabili ristori automatici e consistenti con riferimento al fatturato 2019. La moratoria fiscale per il 2021 deve essere conseguente. La cassa integrazione deve arrivare ai dipendenti con tempestività. Il piano vaccinazioni a tappeto, con la disponibilità dei vaccini e con l’organizzazione per iniettarli, è la vera ancora di salvezza. E’ amaro constatare che l’Italia e l’Europa non abbiano produzioni proprie. Nei secoli scorsi erano all’avanguardia. E’ il risultato delle politiche sbagliate, dell’assenza dello Stato nella ricerca, della sanità pubblica colpita dai tagli indiscriminati, delle privatizzazioni selvagge". re.pt.