Commercio e flussi. Incalzano le associazioni: "Gestione manageriale e risorse aggiuntive"

Confcommercio e Confesercenti ascoltate in quinta commissione "Dmo e distretti per invertire la rotta. Occorre superare l’empasse". L’assessore Sgueglia: "Lavorare per aprire attività che siano sostenibili".

Commercio e flussi. Incalzano le associazioni: "Gestione manageriale e risorse aggiuntive"

Confcommercio e Confesercenti ascoltate in quinta commissione "Dmo e distretti per invertire la rotta. Occorre superare l’empasse". L’assessore Sgueglia: "Lavorare per aprire attività che siano sostenibili".

Due strumenti che puntano a crescita e competitività: Dmo (Destination Management Organization) da un lato, distretti del commercio dall’altro. Tradotto, occorre in ogni caso che la questione del commercio diventi una faccenda a gestione manageriale. Che, ancora per procedere nella ‘traduzione’, significa risorse. "Ma se per la Dmo queste si individuano dai proventi derivanti dalle imposte di soggiorno, per il distretto del commercio occorre che le risorse siano individuate nei bilanci del Comune. In assenza di queste condizioni, figure simili sono inutili". Torna a battere sul fuoco della discussione Confcommercio e lo fa con il suo dirigente Marco Baldasseroni, stavolta in sede di quinta Commissione consiliare convocata proprio per discutere della situazione commerciale del centro storico, presente anche il presidente di Confesercenti Pier Luigi Lorenzini. Un dibattito che ha toccato le piaghe del settore e che è iniziato a partire dalla lettura di un documento proprio per voce di Baldasseroni.

"La situazione attuale delle attività commerciali e di somministrazione del centro è molto complicata. Le imprese risentono della limitata frequentazione del centro dovuta a fattori oggettivi che nel tempo si sono aggravati, dagli acquisti sempre più diffusi in internet e nei centri commerciali all’assenza di una politica di attrazione turistica che consenta di sfruttare appieno le opportunità derivanti da flussi turistici. Tutto ciò si riflette anche sul numero start up aperte nella provincia di Pistoia, calate del 19% in soli due anni. Un quadro che chiama a una reazione forte. Serve lavorare su dinamiche di formazione scolastica, misure e incentivi a sostegno della nascita di classi nuove imprenditoriali. E, insistiamo, Dmo e distretti del commercio".

Sul tema delle risorse ha battuto anche Lorenzini, Confesercenti, che ha chiamato a una spinta decisa e una ricerca di energia, senza le quali "ogni altra parola spesa è lettera morta. I confronti con l’assessore Sgueglia sono costanti, ma l’empasse deve essere superata. E questo lo si può fare solo con politiche attive. Il primo e più immediato spunto è incrementare i flussi turistici. Sollecito la maggioranza a uno sforzo ancora maggiore per dare visibilità a una città che ha le carte in regola per farcela". "Il regolamento sul centro storico datato 2018 – ha proseguito Baldasseroni – dovrebbe essere rivisto. Da rivalutare anche il Cosap. A Prato, ad esempio, non si paga. Abbiamo spesso segnalato di rendere meno ingessata la disciplina delle insegne e delle pubblicità. Nel pistoiese il regolamento risale al 1970, è pieno di vincoli".

"Che chiuda o meno un negozio – ha replicato l’assessore al commercio Gabriele Sgueglia – non è né un bene né un male in sé. Un’attività se non aggiunge valore per la collettività serve a poco o niente. Dovremo lavorare per capire come favorire l’apertura di negozi sostenibili. Riempire la città con eventi e persone tutte le settimane poi non è la risposta, occorre un cambio culturale nel modo di acquistare. Il prezzo dei fondi commerciali sfitti? È un altro tema che dovremo affrontare".

linda meoni